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Donne afghane, Pangea: "Ha ragione il Papa, inaccettabile escluderle dall'educazione"

Le parole di Papa Francesco oggi al discorso al Corpo Diplomatico sono state accolte con condivisione da Simona Lanzoni, vicepresidente di Pangea da anni a fianco alle donne in diverse parti del mondo. Racconta l'impegno della Fondazione per la promozione femminile in Afghanistan, oggi bloccato dai nuovi provvedimenti emanati dai talebani al governo

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

“È inaccettabile che parte della popolazione possa essere esclusa dall’educazione, come sta accadendo alle donne afgane”. Queste le parole pronunciate oggi da Papa Francesco durante il discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Siamo felicissimi di questa dichiarazione - commenta ai microfoni di Vatican News Simona Lanzoni, vicepresidente di Pangea, fondazione da anni schierata al fianco delle donne di tutto il mondo -. Siamo molto impegnati da oltre vent’anni a fianco delle donne e condividiamo profondamente ciò che ha detto Papa Francesco”.

Ascolta l'intervista a Simona Lanzoni, vicepresidente di Pangea

L'educazione migliora la vita delle donne

Non permettere che le donne, a qualsiasi età, abbiano accesso all’educazione è un fatto gravissimo, spiega Lanzoni: "Durante il Natale scorso è stata tolta la possibilità alle giovani donne di andare all’università e prima ancora, lo scorso anno, i talebani avevano tolto la possibilità alle ragazze oltre gli 11 anni di frequentare le scuole medie superiori. Questo vuol dire - spiega - che una generazione di donne sarà analfabeta e che di conseguenza sarà costretta alla povertà". Lanzoni continua: "L'educazione migliora la vita delle donne e offre loro opportunità di lavoro che, di conseguenza, aiuta le loro capacità di cura all'interno della stessa famiglia". In questo modo diventano più consapevoli di quello che significa prendersi cura, aggiunge la vicepresidente di Pangea. L'educazione innesca cioè una serie di consapevolezze e combatte, ad esempio, la malnutrizione, le malattie. Combatte "il non ridursi a sentirsi un semplice oggetto". 

Progetti per riconquistare la dignità

La Fondazione Pangea per vent'anni ha realizzato progetti che permettevano alle donne, attraverso attività come il microcredito, di svolgere piccole attività familiari. In questo modo, riuscivano a mandare i figli e le figlie a scuola e nello stesso stesso tempo potevano seguire corsi di alfabetizzazione sulla salute e sui loro diritti. Questo significava la riconquista della loro dignità. Una dignità di cui deve godere ogni essere umano, uomo o donna che sia: “Tutti dobbiamo avere una vita riconosciuta”, afferma Simona Lanzoni.

Attività bloccate

In questo momento, ad esempio, la Fondazione Pangea sta finanziando una scuola per bambine e bambini sordomuti. "E proprio in questi giorni - dice ancora - stavamo avviando ulteriori attività per le bambine sordomute oltre gli 11 anni. Si tratta di attività come sartoria o come parrucchiere che purtroppo sono state bloccate proprio dal recente divieto e così si impedisce di fatto alle donne di lavorare e alle bambine di continuare a educarsi. È  chiaro che solo le donne, in questo momento, possono affrontare e trasmettere alle giovani donne quello che sono le loro possibilità, le loro potenzialità e i loro diritti". Un altro esempio: "In questo momento, noi che abbiamo sempre sostenuto il lavoro di una scuola con 500 tra bambini e bambine sordomute, ora non possiamo agire con le bambine di età superiore agli 11 anni, che dovevano avviare i loro corsi di formazione di sartoria e quindi realizzare delle attività future che le avrebbero rese indipendenti e, allo stesso tempo - conclude Simona Lanzoni - avrebbero permesso loro di continuare a studiare il linguaggio dei segni che per loro costituisce l'unico mezzo per comunicare con gli altri".

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09 gennaio 2023, 15:31