La Madonna oltre il muro
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Una Madonna ad affresco avvolta dal mistero che dopo secoli riemerge inaspettata nella sua bellezza. Accade a Parma, nella cripta del Duomo dove al di là di un muro decorato nel Settecento è stata rinvenuta una composizione pittorica pressoché integra, precedente di circa tre secoli. La scena raffigura una Vergine con Bambino attorniata da almeno altre sei figure. Questo è quanto si riesce a vedere dalle due finestre di ispezione che sono state ricavate nei mattoni della parete del 18 secolo.
La microcamera calata nella storia
All’interno dell’intercapedine profonda circa 15 cm è stata calata una microcamera grazie alla quale è stato possibile cogliere l’alto livello qualitativo dell’opera, lo sguardo assorto della Madonna con le palpebre abbassate, il volto serio del Bambino Gesù con al collo e ai polsi monili rosso corallo, prefigurazione della Passione. Mentre gli esperti azzardano attribuzioni varie a pittori del Quattrocento e Cinquecento, da Cristoforo Caselli al padre del Parmigianino Filippo Mazzola, da Alessandro Araldi a Bertolino de' Grossi, bisognerà attendere gli esiti del restauro che nelle prossime settimane entrerà nel vivo.
Il restauro
Nel prepararsi a compiere un intervento conservativo che rivelerà tanti dettagli e curiosità legati alla storia del dipinto e, più in generale, del Duomo di Parma, Silvia Simeti, titolare di di Archè Restauri, confida a Vatican News di provare grande emozione: dalla sorpresa iniziale ad una curiosità molto forte, dal timore alla consapevolezza del grande privilegio di poter contribuire a svelare un tassello della storia della pittura quattrocentesca a Parma nel Quattrocento: “Il restauratore ha una sua funzione, ma rimane in second'ordine, tutto sommato perché il nostro compito è quello di preservare e consegnare alle generazioni future qualcosa che miracolosamente è giunto fino a noi, sconosciuto fino ad ora”.
Durante i restauri che si prevede possano concludersi entro la fine del 2023, la cripta resterà aperta al pubblico: dunque sarà possibile seguire 'in presa diretta' le varie tappe del delicato intervento conservativo il cui costo è stimato attorno ai 33mila euro. Il primo step consisterà nella rimozione del festone settecentesco della lunetta: sarà riportato su un pannello autoportante e collocato in un’altra area della cripta. Successivamente sarà demolito il muro di mattoni dietro al quale già nel 2006 in occasione dei lavori che furono fatti per l’installazione di un quadro elettrico ci si era accorti dell’esistenza di un’intercapedine e del retrostante dipinto murale. “In quel momento – ricorda Silvia Simeti - non erano maturi i tempi e quindi non fu approfondito il discorso che invece oggi viene affrontato”.
Dottoressa Simeti, è particolarmente significativa questa scoperta perché spesso affreschi nascosti riemergono dalla storia al di sotto di una scialbatura, o di una pittura successiva. In questo caso invece nel Settecento si decise di costruire un’intercapedine. Sembrerebbe come se qualcuno avesse voluto conservare questo affresco, occultandolo, ma preservandolo per le generazioni successive…
Esatto. È stata proprio intenzionale la conservazione di questa decorazione, di questa Madonna.
Cosa siete riusciti a cogliere di questa composizione?
Alla fine del 2021 è stata rimossa una lapide che era posta al centro della lunetta, sulla contro parete che cela l'affresco. E questo proprio in vista di aprire due finestre di ispezione un pochino più grandi per cercare di capire cosa rappresentasse l'affresco sottostante. Da quel momento è partito poi un iter abbastanza lungo e complesso. La Soprintendenza all'Archeologia delle Arti e Paesaggio di Parma e Piacenza ha istituito un comitato scientifico consultivo composto da chimici, architetti, restauratori, storici dell'arte, per affrontare questa tipologia di intervento così particolare nella maniera più coordinata e approfondita.
In cosa consisterà la prima parte dei lavori?
Verrà eseguito un rilievo grafico e fotografico, uno studio della muratura settecentesca. Effettueremo quindi analisi specifiche sulle malte interstiziali tra i mattoni. Solamente a quel punto inizierà la demolizione progressiva, molto delicata, della contro parete.
Quanto avete visionato finora è stato possibile grazie all'ausilio di una microcamera. Cosa siete riusciti a cogliere?
Dai due fori di ispezione abbiamo calato una microcamera all'interno dell’interspazio tra la contro parete e la parete dell'affresco per avere qualche informazione maggiore. Si è potuto vedere il trono della Vergine con un tessuto molto ricco, con fili in oro e stelle dorate: in gran parte quest'oro è andato ormai perduto. A sinistra della Vergine c’è la figura di San Pietro con la chiave inanellata nel mignolo e un'altra figura di un giovinetto che abbiamo identificato come San Giovanni: un San Giovanni giovane col mantello rosso nella tipica iconografia. Invece sulla destra, guardando il trono della Vergine abbiamo una scena diversissima: Anne e Gioacchino di profilo con Maria bambina. È la scena della Presentazione al tempio di Maria. Non riusciamo a vedere esattamente in scorcio cosa sia rappresentato sulla parte destra alta: forse è la figura di un sommo sacerdote perché si vedono due mani bianche. Una sul capo della Vergine Maria bambina e l’altra quasi in segno di accoglienza. Di più non si riesce assolutamente a capire e a leggere, ma indubbiamente qualcos’altro c’è sulla destra.
Così come non si comprende ancora come prosegua nella parte inferiore l'affresco, perché ad un certo punto la decorazione sembrerebbe interrompersi e questo ci ha fatto pensare alla possibilità dell'inserimento, a suo tempo, di una mensa d'altare. In sintesi possiamo dire di avere un'idea abbastanza vaga, pur riconoscendo che si tratta di un'opera molto importante. Una volta smontata la contro parete ci sarà la fase di analisi dei pigmenti e dei leganti. Sicuramente abbiamo diverse presenze di oro: le stelle a cui accennavo, i filettino nelle bordure dei manichini, ma anche alcune scritte.
Scritte già decifrate?
Al momento solo una: quella sulla manica della Vergine che si vede dal foro di ispezione. Sembrerebbe, il condizionale è d'obbligo, che ci sia scritto minus e poi qualcos'altro. Però vediamo che anche nella bordura a sinistra c'è tutta una scritta, ma assolutamente illeggibile perché poi ci sono patine di sali e non si riesce a capire.
In che condizione di conservazione è l’opera? Quale il suo stato?
È buono. Almeno per quel che vediamo noi al momento nella conservazione delle figure non si osservano delle lacune enormi. Però abbiamo già notato che ci sono molte abrasioni, cadute di colore, fori di chiodi.
Indubbiamente è un restauro questo che riserverà non poche sorprese anche perché alcune parti effettivamente non sono proprio visibili: c'è chi ha già parlato di due diverse autori e addirittura di due fasi successive di esecuzione dell'affresco: una prima nel Quattrocento, la seconda nel Cinquecento. Quali particolarità avete notato nel dipinto?
La cosa abbastanza anomala è che la scena della Presentazione al tempio è impostata in modo tale che Anna e Gioacchino volgano le spalle al trono della Vergine. I loro volti sembrano richiamare in maniera molto precisa le medesime raffigurazioni che si trovano nell'attigua cappella Ravacaldi nella Cripta del Duomo, eretta post 1417 ed entro il 1427. Chi esegue questo affresco ha guardato la Cappella Ravacaldi? Lo hanno eseguito due mani diverse? Il salto di intonaco, la cesura tra le due scene rivela la presenza di due autori differenti? Sono tutte domande che troveranno risposta da parte degli storici dell'arte solamente quando sarà possibile vedere effettivamente tutto quanto.
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