Pakistan: attentato suicida dei talebani in una moschea di Peshawar, molte le vittime
Giancarlo La Vella - Città del vaticano
E’ stato rivendicato dal fronte talebano l’attacco suicida di stamani a Peshawar. L’esplosione è avvenuta nell’ora di preghiera in una moschea a 50 chilometri dal confine con l’Afghanistan, causando 34 morti e 150 feriti molti dei quali molto gravi. Allucinante la scena che si è presentata ai primi soccorritori. È stata immediatamente avviata un'operazione di salvataggio per rimuovere i corpi senza vita e aiutare le persone intrappolate nelle macerie, poiché il tetto e una parete dell'edificio sono crollati a causa della potente deflagrazione. Intasati gli ospedali della zona che hanno dovuto gestire l’emergenza nell’accoglienza di decine di persone ferite Il numero delle vittime è provvisorio e il bilancio dell’attentato potrebbe essere molto più grave.
Mobilitazione generale
Tutto il Paese, soprattutto la zona di confine con l’Afghanistan, è in stato d’emergenza nel timore che possano avvenire nuovi atti terroristici. “Molti poliziotti sono sepolti sotto le macerie", ha dichiarato alla stampa il capo della polizia di Peshawar, Muhammad Khan, affermando che gli agenti erano dislocati per motivi di sicurezza all'interno della moschea che, nel momento della preghiera, accoglie dalle 300 alle 400 persone. "I terroristi vogliono creare il panico, prendendo di mira coloro che fanno il loro dovere per difendere il Pakistan", ha dichiarato il primo ministro, Shehbaz Sharif, in un comunicato; "Chi combatte contro il Pakistan sarà battuto". Sempre Peshawar, nel dicembre 2014, era stata teatro di una delle peggiori atrocità avvenute in Pakistan: il massacro di circa 150 persone, per lo più scolari.
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