Ucraina: dopo la "tregua" di Natale infuriano i combattimenti
Marco Guerra – Città del Vaticano
L'esercito russo annuncia la riuscita dell’operazione rappresaglia in Ucraina: secondo Mosca un "massiccio attacco missilistico sui punti di dislocazione delle forze ucraine" avrebbe ucciso oltre 600 militari a Kramatorsk. L'ha definita risposta alla strage di reclute russe, compiuta da Kiev con il raid di capodanno contro una caserma a Makiivka. Fonti governative ucraine negano categoricamente la strage dei propri soldati.
Kiev nega la strage dei propri soldati
"E' una sciocchezza" taglia corto il portavoce dell'esercito, mentre il sindaco di Kramatorsk conferma l’attacco ma smentisce il bilancio sulle vittime e parla solo di edifici danneggiati. Notizie contrastanti anche sui combattimenti presso il villaggio di Bakhmut. I filorussi annunciano la conquista della località in una posizione strategica, il presidente ucraino Zelenski afferma invece che Bakhmut “resiste nonostante tutto”. Ma anche le forze ucraine hanno attaccato di nuovo, colpendo due centrali elettriche nella regione di Donetsk controllata dai russi. Interrotto l’approvvigionamento per almeno 13mila utenze.
Esercitazioni congiunte Russia-Bielorussia
Intanto proseguono i rifornimenti dei Paesi Nato a Kiev. La Germania non esclude l’invio di carri armati Leopard, il segretario della Nato Stoltemberg ha dichiarato che il percorso più rapido verso la pace è continuare a sostenere l’Ucraina con le armi. Russia e Bielorussia terrano invece esercitazioni aeree congiunte a partire dal 16 gennaio.
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