Emergenza in Kenya, sale il livello dell’acqua nei laghi della Rift Valley
Gabriele Rogani – Città del Vaticano
Nel tratto dell’Africa Orientale che si muove dal Mozambico fino al Libano, tanti i laghi di acqua dolce e alcalina, concatenati tra loro, che in questi anni stanno vedendo il livello dell’acqua crescere eccessivamente. Citando due esempi: il lago Naivasha ha visto un incremento del 21% delle acque, mentre il Solai del 123%. Circa 80 mila le famiglie colpite dal 2010 dalle esondazioni e numerosi sono gli ambiti che escono danneggiati da questi processi naturali. Il tutto sta generando problematiche economiche e questioni legate alle risorse, passando per le infrastrutture ampiamente danneggiate. La causa scatenante di questo fenomeno non è chiara, con le spiegazioni che si aggirano intorno a due situazioni differenti: quella delle abbondanti piogge, e quella del cambiamento climatico. Attraverso uno studio di un Istituto di Idrologia e gestione di risorse idriche dell’Università di Vienna, i risultati conducono verso le abbondanti precipitazioni che si manifestano dal 2010 come causa di questi sconvolgimenti naturali.
Periodi di siccità e umidità: un rischio per la stabilità sociale
Grande variabilità si è sempre manifestata per quanto concerne il clima in Africa orientale, con conseguenze per gli stessi laghi. Una variabilità, messa in mostra dall’alternarsi tra periodi di siccità e umidità, che mette in evidenza il rischio per la popolazione, sia in termini di risorse che di infrastrutture. Ne abbiamo parlato con Michela Trevisan di Nigrizia, rivista dei missionari comboniani dedicata al continente africano: “È un problema per la stabilità sociale, soprattutto per le popolazioni che attorno ai laghi vivono di pesca e agricoltura. Questo contrasta con il perdurare della siccità soprattutto nel nord e nell’est del Kenya, anche per ciò che riguarda il resto del Corno d’Africa. Secondo gli scienziati è determinante l’alternarsi di siccità e piogge torrenziali, che travolgono tutto, aumentando i livelli dell’acqua, dato il terreno che non ha più capacità di assorbimento”.
L’esempio dei laghi Baringo e Bogoria: il caso
Un altro caso tiene banco in questi giorni, analizzando il rischio che vede protagonisti il lago Baringo di acqua dolce e quello Bogoria di acqua alcalina. I due si muovono uno verso l’altro, rischiando di andare a costituire un unico specchio d’acqua, con il pericolo di una contaminazione provocata dalla mescolanza dei due tipi di liquido: “Ci sarebbero conseguenze pesanti sul piano ambientale, la compromissione di parte dell’ecosistema intorno al lago e dell’acqua, perché tutta la fauna e le piante che ci vivono sarebbero sommerse. E’ una situazione simile a ciò che vediamo con l’innalzamento della salinità nel nord dell’Adriatico, dove il sale cresce fino alle aree interne della Pianura Padana”, conclude Trevisan.
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