Donald Trump incriminato. Il suo legale "non patteggerà"
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Non era mai successo nella storia degli Stati Uniti che un ex presidente e un candidato alle elezioni, venisse incriminato. Con il voto a sorpresa del grand jury di New York, Donald Trump dovrà, secondo alcune fonti, affrontare oltre 30 capi di accusa di frode aziendale nell'inchiesta da parte della procura di Manhattan. I legali della difesa presenteranno una mozione per l'archiviazione, una strategia scontata nelle fasi preliminari del procedimento. Trump, ha inoltre affermato il suo avvocato Joe Tacopina, non accetterà alcun patteggiamento e non sarà ammanettato quando martedì si costituirà in tribunale.
Le accuse
L’incriminazione riguarda un presunto pagamento illecito di 130mila dollari effettuato pochi giorni prima delle elezioni presidenziali del 2016 dall'allora avvocato personale di Trump, Michael Cohen, ad una star di film per adulti perchè tacesse sulla presunta relazione con il tycoon. Secondo quanto riportato dai maggiori mass media Usa, si tratterebbe di un giro di soldi illecito e più di trenta sarebbero i capi di imputazione per falsificazione di documenti aziendali.
L'udienza preliminare
Il legale dell'ex presidente ha assicurato che il suo assistito si presenterà spontaneamente martedì 4 aprile alle autorità di Manhattan per la formalizzazione delle accuse.
La reazione di Trump e dei sostenitori
"Una persecuzione politica e una interferenza elettorale" è la dichiarazione dell'ex presidente che ha poi definito la decisione del grand jury "una caccia alle streghe che si ritorcerà contro Biden". Ma quello che preoccupa è la reazione dei sostenitori di Trump, chiamati dallo stesso ex presidente, a scendere in piazza.
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