Israele, razzi su Libano e Gaza
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Un’operazione massiccia che porta molto probabilmente la firma di Hezbollah, anche se a eseguirla - dicono gli analisti - sarebbero stati gruppi palestinesi. Giovedì dal sud del Libano almeno 30 razzi sono stati lanciati nell’altra parte del confine. Erano 17 anni - dal conflitto del 2006 - che i villaggi della collina della Galilea non venivano presi di mirai così a lungo.
La risposta di Israele
Israele ha risposto con l’artiglieria, affermando di aver colpito obiettivi del gruppo militante palestinese Hamas nella parte meridionale del Paese dei Cedri e ha lanciato una serie di attacchi aerei su Gaza . L'IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha dichiarato, in un comunicato, che "non permetterà all'organizzazione terroristica di Hamas di operare all'interno del Libano e riterrà lo Stato libanese responsabile di ogni fuoco diretto proveniente dal suo territorio".
Le parole di Netanyahu
"I nostri nemici non devono sbagliarsi, il dibattito interno in Israele non ci impedirà di agire contro di loro. Siamo tutti uniti". Con queste parole, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha spiegando come Israele, nonostante le tensioni e le proteste nel Paese per la riforma sulla giustizia, non abbia "alcuna intenzione di cambiare lo status quo sul Monte del tempio".
Il contesto
Lo scambio di fuoco si inserisce nel contesto della tesa situazione sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove, negli ultimi giorni, si sono verificati scontri violenti. In particolare, a scatenare la rabbia nella regione è stata l'incursione - mercoledì scorso - della polizia israeliana nella moschea di al-Aqsa: uno dei siti più sacri dell'Islam. Ampia la condanna da parte del mondo arabo e musulmano.
Le parole dell'Unifil
Libano e Israele "non vogliono una guerra", ha assicurato la Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) dopo i contatti con le due parti. Le forze di pace hanno quindi invitato "a cessare ogni azione" su entrambi i lati del confine.
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