Mobilitazione per la ricostruzione dell’Ucraina, ma la guerra continua
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Sconfessata anche nei fatti ogni ipotesi di tregua, avanzata dal presidente bielorusso Lukashenko, che ieri, puntando il dito contro la Nato e il sostegno occidentale all’Ucraina, aveva paventato lo spettro di un conflitto nucleare. Il niet di Mosca e Kyiv è stato suggellato nella notte da nuovi bombardamenti sulle città di Advika e Zaporizhzia, in cui hanno perso la vita almeno due civili e un bambino in fasce.
Aiuti all’Ucraina bombardata
Intanto, nella notte è arrivata la conferma dello stanziamento da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di un programma quadriennale da oltre 15 miliardi e mezzo di dollari per il sostegno all’economia ucraina e per l’avvio della ricostruzione. Una misura salutata con favore da Ursula von del Leyen, presidente della Commissione Europea e dagli altri leader del Vecchio Continente. A questo si aggiunge il nuovo pacchetto di aiuti militari da parte degli Stati Uniti per un valore di 2 miliardi e 600 milioni di dollari.
Kyiv chiama Pechino
La guerra insomma va avanti e l’organizzazione delle Nazioni Unite stima che solo in Ucraina, dall’inizio del conflitto, sarebbero morti almeno 8.400 civili. Da Kyiv, dove ieri è stato commemorato il primo anniversario della liberazione di Bucha, il presidente Zelensky è tornato a chiedere giustizia per i crimini di guerra commessi dalla Russia ed ha ribadito l’invito al presidente cinese Xi Jinping – che la settimana scorsa ha incontrato Putin al Cremlino - a recarsi in Ucraina per illustrare il suo piano di pace.
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