Giornata del Sollievo, la terapia del dolore resta difficile in molte regioni
Marco Guerra – Città del Vaticano
Domenica 28 maggio si celebra la 22.ma Giornata Nazionale del Sollievo, ricorrenza istituita dal governo italiano nel 2001 per promuovere la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di chi è chiamato ad affrontare la malattia, soprattutto per coloro che sono nella fase finale della propria vita e che non possono più giovarsi di cure destinate alla guarigione. La Giornata è promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti, la Onlus che dal 1975 è impegnata a favorire il miglioramento della qualità della vita delle persone malate di tumore e dei loro famigliari.
Diritto alla cura non sempre garantito
In Italia, dopo 22 anni dall’istituzione della Giornata, sono stati fatti passi importantissimi nel campo della terapia del dolore e delle cure palliative. Tappa fondamentale di questo percorso è stata la legge 38 del 2010 che ha stabilito il diritto all’accesso a queste terapie, incentivato la creazione di specifiche reti assistenziali, riconosciuto l’importanza della formazione del personale in questa materia. Tuttavia, come ha riconosciuto, n questi giorni, lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci, esiste una forte disomogeneità a livello regionale e locale ad accedere a queste cure. I percorsi assistenziali e la presa in carico del paziente sono deficitari in molte zone d’Italia. “E’ necessario continuare a lavorare per garantire un accesso alle cure equo e uniforme sul territorio nazionale – sostiene il ministro -. Questo significa consolidare le cure palliative domiciliari e le cure palliative residenziali; garantire le cure palliative in sede ospedaliera; consolidare e sviluppare i Centri specialistici della rete ospedaliera di Terapia del Dolore per la prevenzione, l’identificazione precoce, la diagnosi e il trattamento delle sindromi dolorose”.
Paglia: cure palliative respingono derive eutanasiche
Vale la pena evidenziare che le cure palliative e la terapia del dolore rappresentano la migliore risposta alla deriva eutanasica di molte legislazioni. Infatti questi trattamenti migliorano la qualità della vita delle persone sofferenti e dei malati che non possono guarire, fornendo sollievo dai sintomi fisici e psicologici, nonché supporto psicologico e spirituale. Si tratta di un vero è proprio antidoto alla cultura dello scarto che tende all’abbandono terapeutico di anziani, disabili, malati cronici e terminali. Lo stesso monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, lo scorso novembre, alla vigilia della Giornata Nazionale delle Cure Palliative, ha spiegato che “le cure palliative rappresentano lo spazio di azione a difesa della vita e dell’umano, respingendo l’ostinazione irragionevole e le derive eutanasiche”.
Il calendario di iniziative
Il calendario delle iniziative in programma domenica prevede eventi in oltre 150 ospedali italiani. Il culmine delle celebrazioni sarà al Policlinico Gemelli di Roma, uno dei centri di maggiore eccellenza per le cure palliative e terapia del dolore, dove dallo scorso giovedì si tengono momenti spirituali, incontri culturali, proiezioni cinematografiche, esibizioni musicali e artistiche per celebrare la XXII Giornata Nazionale del Sollievo, in collaborazione con la Fondazione Nazionale "Gigi Ghirotti". Domenica 28 maggio, nella Hall del Policlinico Gemelli alle ore 9.00 avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma e delegato per la Pastorale Sanitaria, accompagnata dal coro Vergine del Miracolo.
Ferri (Fondazione Ghirotti): i sofferenti chiedono sollievo e prossimità
“Il dolore è una realtà multidimensionale, che investe la sfera fisica-biologica, psichica, spirituale e sociale, quindi non possiamo affrontare il dolore se ci limitiamo solo ad una di queste dimensioni”, spiega a Vatican News, Vito Ferri, psicoterapeuta e responsabile del Centro di ascolto per i malati oncologici e i loro famigliari della Fondazione nazionale Gigi Ghirotti. “Per affrontare il dolore servono più figure professionali – prosegue Ferri – soprattutto serve formazione del personale medico e paramedico ma solo di recente sono stati introdotti corsi universitari di cure palliative in Italia”. Ferri evidenzia poi che la prossimità e la cura delle persone sofferenti aiutano sempre il paziente a guardare la vita con speranza. “Nel nostro centro di ascolto sono capitate persone sole, abbandonate, senza alcun supporto relazionale e non adeguatamente curate, che spesso invocano la morte – racconta il responsabile della struttura – ma non perché vogliono morire perché hanno bisogno di sollievo, e quando questo sollievo viene trovato la persona non esprime più richieste di morte”.
Centri di ascolto gratuiti per tutti
Secondo Ferri bisogna mobilitare tutte le risorse che ci sono nella sanità pubblica e nel volontariato perché “è possibile curare e accompagnare anche i malati più gravi”. Le cure palliative e la terapia del dolore eliminano qualsiasi idea di morte anticipata, una “propositività” che Ferri definisce “un’alternativa alla cultura dello scarto denunciata da Papa Francesco”. “Nessuno deve essere lasciato solo nel tunnel della malattia – insiste Ferri – bisogna tenere una presenza calda e attenta attorno alla persona”. Il responsabile del centro di ascolto Gigi Ghirotti è convinto che con questo approccio cadrebbero tutte le richieste eutanasiche, “è una filosofia del fare” quella della Giornata del Sollievo che combatte le derive mortifere con la cura di tutti gli aspetti della persona. Per questo motivo, Ferri esorta infine ad avvalersi dei centri di ascolto per i malati e i loro familiari gestiti dalla Fondazione, che sono gratuiti ed offrono “una personalizzazione della relazioni di sostegno” a chiunque bussi alle loro porte.
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