Africa Day, l'associazione Kim a sostegno dei bimbi del continente
Layla Perroni – Città del Vaticano
Sostegno e responsabilità per un’Africa migliore. È questo l’appello dell’organizzazione di volontariato Kim per l’Africa Day. “Non esiste la paura del domani, esiste una preoccupazione perché siamo esseri umani e sappiamo quanto è difficile procedere - racconta il presidente Paolo Cespa a Vatican News –. I gesti possono essere piccoli, grandi o di varie tipologie, quello che è importante e che realtà come le nostre vengano scoperte e supportate”.
Il servizio d'accoglienza dei volontari di Kim
L’associazione che ha sede a Roma, è nata nel 1997 ed è uno degli organismi che contribuisce ogni giorno con la sua attività al miglioramento delle condizioni del continente africano. Impegnata presso diversi Paesi come la Costa d’Avorio – con cui dal 2015 ha delle relazioni ufficiali con il governo - Kim sostiene con forza il diritto alla salute di tutti i minori malati e prevede un servizio di accoglienza per i più piccoli presso un proprio centro, soprattutto per quelli provenienti da Paesi senza un’adeguata assistenza sanitaria. “Siamo arrivati a raccogliere ben 800 bambini e le loro mamme da circa 63 Paesi del mondo, realizzando sin dall'inizio un'accoglienza a tutto tondo", spiega Paolo Cespa, presidente dell’organizzazione a Vatican News. “Non ci interessa solo offrire una stanza e un sostegno di carattere logistico, ma la nostra priorità è realizzare un'accoglienza completa, soprattutto per le mamme che spesso arrivano da condizioni disagiate”.
Creare fiducia, rieducare e reinserire
Il supporto di Kim verso le donne africane si traduce anche attraverso la creazione di un rapporto reciproco di fiducia, che in genere nasce dopo una prima fase di diffidenza. “Ci interessa che queste donne quando vengono qui, possano scoprire di stare bene, sia con noi che con le altre mamme, nonostante le differenze religiose e linguistiche - afferma Cespa -. Questo è ciò che facciamo in Africa da anni”. E ricorda il caso di una mamma giovanissima che aveva aperto una coltivazione di palme e di un'altra diventata proprietaria di un ristorantino. “Vogliamo che, tornando in Africa, portino con sé la conoscenza di un mondo dove il rapporto con gli altri è vivo, costruttivo e produttivo”, aggiunge il presidente di Kim. “Ad esempio, qui noi abbiamo due laboratori di ceramica e di cucito e queste donne imparano un mestiere e quando tornano a casa magari mettono in opera ciò che hanno imparato, contribuendo all’economia del loro Paese d’origine”.
La storia di Mike
Protagonisti dell’Africa Day sono senza dubbio i cittadini africani. Tra coloro che hanno trovato accoglienza temporanea in Italia, il presidente dell’associazione nomina il piccolo Mike dell’Etiopia. “Lo ricordiamo con simpatia perché era un bambino che giocava sempre con le macchinette - spiega Paolo Cespa –. Il suo sogno era diventare pilota. Mike poi tornò in Africa e non si ebbero più sue notizie. Alcuni anni dopo arrivò una fotografia dove si vedeva un bellissimo ragazzo con una tuta da pilota di rally, appoggiato al cofano di una macchina con in mano due coppe. Su una di queste c'era scritto Kim for Life. Questa fu una cosa che ci commosse moltissimo”.
La gratitudine di Papa Francesco
Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, a nome di Papa Francesco, ha donato all’associazione Kim 15 mila euro in sostegno delle attività di accoglienza e di cura dei bambini malati assistiti. Il contributo in denaro è servito a sostenere le spese straordinarie che l’organizzazione ha dovuto affrontare durante l’emergenza sanitaria. “Per noi questo gesto ha rappresentato la vicinanza del Papa e ci ha permesso di aiutare ed accogliere i bambini – conclude il presidente Paolo Cespa –. “I più piccoli hanno bisogno di essere amati e l'amore passa attraverso manifestazioni concrete e sostegno”.
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