Maltempo, il convento dei Cappuccini a Cesena apre a decine di sfollati
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
“I nostri ospiti hanno tutti lo sguardo perso, ma ora si stanno adattando. I bambini già li troviamo dappertutto in giro per il convento. Pensate che l’ospite più piccolina è nata in gennaio e la mamma la sta ancora allattando”. Padre Filippo Gridelli è il Guardiano del Convento dei Cappuccini di Cesena e parla dell’emergenza maltempo, dell'alluvione che ha colpito la Romagna. Le stanze di questa storica struttura che si trova sulle colline della città sono state risparmiate dalle acque, ma la valle sottostante è stata devastata.
Danneggiate anche le case ai piani alti
“Le persone vengono dalla zona più alluvionata di Cesena che è la zona vicino al Ponte Vecchio – ci dice padre Gridelli - Alcune vengono invece da alcune frazioni più a valle, dove si è allagato tutto, sono famiglie sia italiane, sia di altre nazionalità e ne abbiamo ospitate una cinquantina. Adesso qui ne sono rimaste una trentina. Però, ieri sera, ne sono arrivate altre, perché le autorità devono fare le verifiche statiche. Anche chi sta ai piani alti e magari ha avuto danneggiamenti nelle fondamenta, nelle cantine, non può rientrare”.
In tanti hanno rischiato la vita
Nel frattempo, oltre ai 14 morti, è salito a oltre 15.000 il numero delle persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell'alluvione in Emilia-Romagna. Il numero degli allagamenti di questi giorni arriva a quota 58, in 43 comuni, 544 le strade chiuse. In tanti, ora riparati nel convento, sia adulti sia bambini, hanno rischiato la vita. “Una mamma è rimasta intrappolata nell'acqua, un uomo stava per affogare, un bambino è stato estratto da una voragine, in diversi hanno visto la morte in faccia - sottolinea padre Gridelli - comunque sono tutti anche molto preoccupati dal futuro, perché appunto questa cosa è arrivata all'improvviso”.
Il Convento di Cesena attivato dalla Protezione Civile
Ma come si è deciso di mobilitare le strutture della Chiesa? Padre Filippo Gridelli fa notare che “tutto è partito dalla Protezione Civile che ci ha chiesto prima una pre-disponibilità quando la situazione stava peggiorando. Poi la notte del 16, quando è cominciata l'alluvione, ci hanno chiamati e sono arrivati i primi sfollati. Quando potranno rientrare dipenderà dai singoli casi. Noi adesso abbiamo dato una disponibilità a tempo indeterminato, poi la stessa Protezione Civile capirà l’entità dei danni e si vedrà come agire di conseguenza. A Cesena già c'era un problema abitativo, una mancanza di case, dunque questa tragedia è andata a incidere su una situazione al limite”.
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