Marcia PerugiAssisi, Lotti: necessario affrontare le sfide che oscurano il futuro
Marina Tomarro - Città del Vaticano
"Trasformiamo il futuro!" sono le parole che fanno da motto alla Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità che, in un'edizione speciale, si svolgerà domenica 21 maggio. Sarà la terza PerugiAssisi dal 24 febbraio 2022, organizzata a soli due mesi dall'aggressione della Russia, seguita da una seconda, notturna, un anno dopo, e la ventisettesima dal 1961 quando Aldo Capitini diede inizio a questa iniziativa. Nell'incontro con i giornalisti, ieri a Roma, sono stati illustrati tutti i particolari di questa marcia. Sarà un grandissimo evento di giovani per la pace, hanno spiegato gli organizzatori. Protagonisti saranno, infatti, migliaia di studenti e studentesse, bambine e bambini, ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte d’Italia. Con loro migliaia di cittadini, insegnanti, dirigenti scolastici, rettori di Università e amministratori locali, educatori, famiglie. Tra i partecipanti e i promotori della PerugiAssisi anche le 600 realtà italiane membri della coalizione Europe for peace. La Marcia sarà preceduta dal Meeting Nazionale delle Scuole di Pace “Sui passi di Francesco”, che si svolgerà nei luoghi di Assisi che raccontano la vita del Santo Patrono d’Italia. 119 gli Istituti scolastici e 71 gli Atenei aderenti.
Ridare voce alla domanda di pace
Tutti insieme, hanno affermato gli organizzatori, "vogliamo ridare voce alla domanda di pace e dare nuovo slancio all’impegno per trasformare il futuro, che oggi sembra chiuso e precluso a molti, minacciato da guerre infinite e montagne di disuguaglianze, da pandemie e sempre più frequenti catastrofi ambientali". E in conferenza stampa hanno spiegato che la Marcia avrà tre luoghi simbolo: l'Ucraina per ricordare tutte le guerre in corso nel mondo; Cutro per richiamare l'attenzione sul fenomeno delle migrazioni; l'Emilia Romagna per sottolineare la grave crisi climatica in atto e la necessità di agire per salvare il pianeta. Al termine del cammino, ai giovani verrà consegnata la bandiera della pace dalle mani di Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Anpi, in una sorta di passaggio di testimone. E ci sarà anche la firma dei rettori di 20 atenei italiani - tra cui Roma, Torino, Pisa, Padova, Ancona e Parma - per "un patto educativo per la formazione delle nuove generazioni".
Lotti: vincere l'indifferenza e agire per un futuro migliore
Dopo le marcie precedenti, quella del 21 maggio, "sarà un'altra tappa del percorso di solidarietà con l'Ucraina - spiega Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace e coordinatore dell'evento -, ma anche con gli altri Paesi sconvolti dalla guerra. Dobbiamo fermare la corsa agli armamenti che sta assorbendo le risorse necessarie a combattere la povertà, la disuguaglianza, la crisi climatica". Ai microfoni di Vatican News - Radio Vaticana, Lotti esprime la necessità di vincere l'indifferenza e di agire per un futuro migliore:
Flavio Lotti, mancano poche ore a questa speciale Marcia PerugiAssisi, che evento sarà, secondo lei?
Nonostante il maltempo, nonostante tutto quello che sta succedendo, davvero penso all'alluvione in maniera particolare in Romagna, ma anche alle tante tragedie che stanno colpendo tante persone e popoli nel mondo, insomma nonostante tutto questo, sarà una bella giornata, una bella giornata dedicata alla pace, dedicata alla volontà di costruire la pace. Migliaia di ragazzi e ragazze che già sono in cammino, in viaggio da tutte le regioni italiane, si incontreranno a Perugia alle nove del mattino di domenica. Partiranno dai Giardini del Frontone e insieme percorreranno quasi 25 chilometri per arrivare fino alla Rocca d'Assisi. Un cammino, un lungo cammino di pace, se vogliamo anche faticoso per alcuni aspetti, ma estremamente bello e soprattutto una grande carica di energia di cui abbiamo bisogno per affrontare le sfide davvero preoccupanti che in qualche modo stanno oscurando il nostro orizzonte e il nostro futuro.
Il motto di questa edizione è "Trasformiamo il futuro". Che cosa vuol dire?
Vuol dire proprio questo, che dobbiamo vincere la rassegnazione, che dobbiamo vincere questo senso di indifferenza che proviamo, e che purtroppo è molto visibile in tante situazioni, di fronte a problemi che pensiamo che non ci riguardino o rispetto ai quali siamo convinti di non poter fare nulla. Ecco, questa Marcia PerugiAssisi vuole essere l'inizio di un nuovo cammino, in cui cerchiamo tutti insieme, anche riprendendo quell'appello di Papa Francesco, di rafforzare il patto educativo per investire sulla formazione di nuovi giovani. Una generazione di nuovi giovani che possano davvero affrontare il futuro con lo spirito dei costruttori, degli artigiani, degli architetti, dice anche Papa Francesco, di pace. Abbiamo bisogno di persone che capiscano che il futuro è nelle nostre mani, non è stato scritto, non è obbligatorio quello che oggi ci appare, lo possiamo trasformare e insieme possiamo trovare le strade e i metodi per farlo.
La Marcia di domenica è stata preceduta durante l'inverno da una Marcia notturna, naturalmente dedicata a tutto ciò che stava succedendo in Ucraina.
Quanto servono questi eventi per sensibilizzare sul tema della pace? Stiamo vivendo un momento terribile e la guerra in Ucraina purtroppo non accenna a terminare...
Sì, purtroppo questa è una situazione davvero amara. La guerra purtroppo sta prevalendo in Ucraina, sta prevalendo in tante parti del mondo e rischia di prevalere anche nel nostro atteggiamento, nel nostro modo di vivere. Quasi quasi facciamo finta che non ci sia più e invece siamo in guerra, siamo terribilmente coinvolti e abbiamo bisogno di costruire quella politica di pace che sola ci può salvare dal rischio peggiore, quello di un ulteriore estensione del conflitto che potrebbe addirittura sfociare in una terza guerra mondiale e in un conflitto atomico. Insomma, questa marcia è un chiaro sostegno allo sforzo di Papa Francesco, che è uno dei pochi, per fortuna non è il solo, ma è uno dei pochi, che continua con grande pazienza, ma anche coraggio e determinazione a cercare quella via della pace che possa salvare le vite umane. Ecco, in questi giorni in cui siamo tutti colpiti dalle alluvioni sappiamo che la prima cosa da fare è salvare le vite umane, questo dobbiamo fare anche in Ucraina: smettere di fare la guerra, fermare la guerra, ottenere il cessate il fuoco per salvare le vite delle persone che anche in questi istanti purtroppo sono ammazzate, vengono annientate.
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