Ucraina, forti esplosioni nella notte a Kyiv. Concluso il tour europeo di Zelensky
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Almeno dieci forti esplosioni sono state udite nella notte del 15 maggio a Kyiv. L’allarme antiaereo è attivo in tutti gli oblast' del Paese, a causa degli attacchi russi di “intensità eccezionale”, con il massimo numero di missili nel più breve periodo di tempo: lo ha reso noto l’amministrazione militare della capitale ucraina. Il sindaco di Kyiv, Vitaliy Klitschko, ha riferito che i detriti dei razzi sono caduti in vari distretti, con un edificio che è stato danneggiato a Solomyanskyi, nella parte occidentale di Kyiv. Si contano tre feriti a seguito dei raid russi condotti nella notte.
Il bilancio del tour europeo
Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha concluso il suo viaggio in Europa. Dall’aereo che lo riportava verso casa ha espresso tutta la sua soddisfazione per l’incontro con Papa Francesco e per gli aiuti confermati da Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna. “C'è più sostegno alla nostra adesione all'Unione Europea, più comprensione sul fatto che l'adesione dell'Ucraina alla Nato sia inevitabile”, ha detto, confermando che le nuove armi serviranno per opporsi alla Russia con la nuova controffensiva. L'ultima tappa è stata quella a Londra, dove dal premier britannico Sunak il presidente ucraino ha ottenuto l'impegno alla fornitura di altre centinaia di missili di difesa aerea e "nuovi droni d'attacco a lungo raggio con una portata di oltre 200 km".
Le vittime civili
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, gli attacchi missilistici sembrano essere in aumento su entrambi i lati della linea del fronte in Ucraina. Dal 24 febbraio 2022, ha detto il sottosegretario generale dell’Onu per gli affari umanitari, Martin Griffiths, si contano 23.600 vittime civili ucraine, ma si teme che il bilancio effettivo sarà molto più alto. Griffiths ha sottolineato che la sfida più grande si riferisce al superamento degli ostacoli per il raggiungimento di tutte le aree di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, attualmente sotto il controllo militare della Russia, ed è un “imperativo esplorare tutte le opzioni per raggiungere i civili, ovunque si trovino”.
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