Malnutrizione, allarme Unicef su una piaga che colpisce le mamme nel mondo
Beatrice D'Ascenzi – Città del Vaticano
Una condizione che mette a rischio la vita e che impedisce di crescere i propri figli come si vorrebbe. Trascorsa la Festa della Mamma di domenica 14 maggio, l’Unicef continua il suo lavoro per le donne di tutto il mondo. Un lavoro di sensibilizzazione, ricordando che il numero di ragazze adolescenti e donne in gravidanza e allattamento che soffrono di malnutrizione acuta è salito dal 2020 da 5,5 milioni a 6,9 milioni, con un amento del 25%, nei dodici Paesi più colpiti dalla crisi alimentare e nutrizionale globale tra cui Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Etiopia, Kenya, Mali, Niger, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen. Paesi che rappresentano l'epicentro di una crisi nutrizionale globale, acuita dalla guerra in Ucraina, dalla crisi climatica e dai conflitti in corso in molti di questi luoghi. “Le donne e i neonati continuano a morire in modo inaccettabile”, ha raccontato Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia a Vatican News. “I numeri descrivono una situazione globale, ma che ha un impatto maggiore nei paesi dove si registrano le crisi peggiori”.
Le conseguenze di un’alimentazione inadeguata
Nel 2021 - secondo i dati diffusi da Unicef - le donne vittime di insicurezza alimentare erano 126 milioni in più degli uomini, una differenza di cui Iacomini sottolinea gli effetti: “A causa dello stigma sociale e delle condizioni legate al territorio, queste madri vivono situazioni di difficoltà di inserimento all’interno del tessuto sociale. Questo le porta ad essere sempre più sole, senza contare che la malnutrizione comporta un abbassamento delle loro difese immunitarie che sono minori rispetto a gli altri e uno scarso sviluppo a livello cognitivo, che le rende più deboli degli uomini e più dipendenti da un aiuto esterno”.
I rischi per i figli
Oltre 4,5 milioni di donne e neonati muoiono ogni anno durante la gravidanza, il parto o le prime settimane dopo la nascita. Un dato che, come spiega Andrea Iacomini, equivale a un decesso ogni 7 secondi: “Le cause sono per la maggior parte prevedibili o curabili con un’assistenza adeguata ma abbiamo riscontrato che i progressi globali fatti nella riduzione delle morti delle donne in gravidanza, delle madri e dei neonati sono rimasti fermi per otto anni, perché non si è investito sulla salute materna e neonatale”. Nel report di Unicef illustra inoltre come 51 milioni di bambini sotto i due anni soffrono di malnutrizione cronica, che ne impedisce una crescita corretta rispetto ai coetanei “Circa la metà ne viene colpito durante la gravidanza e i primi sei mesi di vita - continua il portavoce di Unicef Italia - ossia nei primi 500 giorni, quelli in cui un bambino dipende completamente dalla alimentazione materna. Ed è proprio in questa finestra di tempo che è più necessario intervenire tempestivamente”.
Sistemi sanitari sotto stress
La pandemia, aggiunta all'aumento della povertà e al generale peggioramento delle crisi umanitarie e climatiche, ha intensificato le pressioni sui sistemi sanitari già in affanno. La crisi globale sta spingendo milioni di madri e i loro figli verso la fame e la malnutrizione grave con conseguenze devastanti per il loro futuro. Infatti un'alimentazione inadeguata per le madri può portare a conseguenze pericolose non solo in ambito medico, ma anche negli aspetti legati alla crescita, all'apprendimento e alla futura capacità di guadagno dei figli. “Ecco perché riteniamo sia necessario tornare a ripristinare l'assistenza sanitaria in questi Paesi, che sono gli epicentri di una crisi nutrizionale globale che la guerra in Ucraina ha di fatto solo aumentato. È l’unico modo – conclude Iacomini- per interrompere questo circuito negativo, che va assolutamente fermato”.
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