Sradicare i "pensieri errati" contro gli albini, ancora vittime di violenze e bullismo
Layla Perroni – Città del Vaticano
La "colpa" è quella di essere diversi. E di questo sono accusati gli albini, ovvero tutti coloro che sono affetti da una patologia congenita caratterizzata dalla mancanza o dalla riduzione di pigmentazione della cute, dei peli, dei capelli, dell’iride e della retina per questo di color bianco-cereo. Contro queste persone, soprattutto nell'Africa sub-sahariana, dove l'albinismo è prevalente a causa soprattutto delle unioni tra consanguinei, vengono perpetrati "atti discriminatori e violenti", afferma l'Onu che, per questo motivo, nel 2013 ha istituito per ogni 13 giugno la Giornata internazionale di sensibilizzazione sull’albinismo: “È importante una ricorrenza del genere per iniziare a sradicare i pensieri errati circa questa condizione”, dichiara Elisa Tronconi, lei stessa albina e presidente di Albinit, associazione attiva in Italia dal 2008 che lavora ogni giorno promuovere e favorire l’inclusione delle persone con albinismo.
Il dramma nei Paesi africani
“Gli atti discriminatori e violenti contro gli albini si manifestano proprio in quei Paesi in cui la maggioranza della popolazione è di colore” dichiara l’Onu “Alla base di tali violenze risiede la credenza che gli albini siano dotati di poteri soprannaturali o portino sfortuna. In Tanzania e in Malawi, ad esempio, le parti del corpo degli albini vengono utilizzate per riti magici perchè si pensa che i loro organi possano portare fortuna”. La testimonianza dell’Agenzia delle Nazioni Unite prosegue affermando che “in alcuni villaggi africani, alcune parti del corpo degli albini vengono vendute e la loro pelle commercializzata sul mercato nero. Le bambine, spesso, vengono stuprate perché si crede che possano guarire gli uomini malati di Aids”. Nel continente africano, gli abusi nei confronti degli albini sono emersi anche durante le elezioni del 2015 in Tanzania, quando i corpi delle persone albine, o le parti di essi, venivano usati per riti magici.
Dall’Africa alla Santa Sede
A marzo 2023, a Roma, si è tenuta una conferenza internazionale presso la Santa Sede sulla violenza sessuale legata ai conflitti. Di fronte al prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, e sSuor Bernadette Reis, del coordinamento editoriale del medesimo Dicastero, si sono avvicendate diverse testimonianze di vittime. Tra loro c'era anche Nyota Mapoda, 18 enne della Repubblica Democratica del Congo, rapita e violentata perché albina. La ragazza era presente anche nel gruppo di vittime che il Papa aveva incontrato a inizio febbraio scorso nella Nunziatura di Kinshasa, durante il viaggio apostolico in terra congolese.
La vicenda di Nyota, così come quella di tante altre ragazze come lei, sono per Elisa Tronconi “gesti inaccettabili” dal punto umano verso le persone albine. "Ancora oggi - dice la presidente di Albinit - ci si pone con un occhio discriminante nei confronti di persone che appaiono diverse dalle altre da un punto di vista estetico”. È importante, afferma, sottolineare che il bullismo e la discriminazione vanno condannate a priori perché sono rivolte a soggetti, come quelli albini, che sono più sensibili, indifesi e vulnerabili. “In questi casi l’albinismo rappresenta un pretesto per comportamenti pressanti e psicologicamente scorretti”.
Non malati, ma portatori di una caratteristica
L’associazione Albinit va avanti con i progetti di supporto psicologico forniti dalla Onlus servono ad accompagnare le persone albine in un percorso di auto accettazione. “Ogni persona, però, per accettarsi deve scegliere il supporto più adatto per sé stesso e capire di cosa ha bisogno - dichiara Tronconi -. Il suggerimento che posso dare a coloro che sono affetti da albinismo è quello di concentrarsi sulle proprie passioni e considerare i difetti come una compensazione dei pregi. Io, come gli altri albini, non mi definisco malata, ma portatrice di una caratteristica”.
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