Giornata donatore del sangue, Avis: zero rischi, fondamentale per tutti
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Donare il sangue è un atto d'amore che non conosce confini, preclusioni, ma regala speranze di vita al prossimo. Anche a noi stessi. Oggi, come ogni 14 giugno, per volere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo si celebra il “World Blood Donor Day”, la Giornata mondiale del donatore di sangue. Occasione, questa, per accendere i riflettori su un gesto gratuito, sicuro, che anche Papa Francesco in più occasioni ha lodato.
Il valore della generosità
Dopo la preghiera mariana dell'Angelus di domenica 13 giugno 2021, il pensiero del Papa è andato a tutti coloro che rendono possibile questo dono di vita:
Ringrazio di cuore tutti i volontari e li incoraggio a proseguire la loro opera, testimoniando i valori della generosità e della gratuità. Grazie tante, grazie!
Tornando più indietro nel tempo, il 20 febbraio del 2016 si è tenuto a Roma il Giubileo dei donatori di sangue. Il Papa, durante l’udienza giubilare in una Piazza San Pietro gremita di fedeli - tra cui 25mila donatori provenienti da tutta Italia -, si è soffermato sul valore del coraggio di spendersi in prima persona. “Impegnarsi - ha detto - vuol dire mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita”, soprattutto nelle situazioni dove c’è più “sete di speranza”.
Il 14 giugno
La Giornata mondiale del donatore di sangue è stata istituita nel 2005 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel giorno della nascita di Karl Landsteiner, scienziato premio Nobel scopritore dei tre gruppi sanguigni. Il messaggio di quest'anno è “Dona sangue, dona plasma, condividi la vita, condividila spesso”, parole che l’Oms ha scelto per sensibilizzare sull’importanza delladonazione periodica. Ogni singola donazione, di sangue o di plasma, per molti pazienti cronici rappresenta un vero e proprio salvavita, in particolare per coloro che sono affetti da patologie come l’anemia falciforme, la talassemia, l’emofilia o le immunodeficienze. Molti Paesi, tuttavia, sono ancora impegnati in un percorso che dovrà portarli a rendere disponibile una quantità sufficiente di emocomponenti, garantendone al contempo la qualità e la sicurezza.
Donare in sicurezza
La mancanza di accesso a sangue e prodotti ematici sicuri, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, si ripercuote su tutti i pazienti, compresi quelli che necessitano di trasfusioni regolari. Lo slogan della campagna per la Giornata mondiale del donatore 2023 è rivolto proprio ai pazienti che necessitano di un supporto trasfusionale a vita e sottolinea il ruolo che ogni singola persona può svolgere, donando il sangue e il plasma. "A volte si ha paura dell'ago, della visione del sangue, ma dico sempre ai ragazzi che superare questo timore può salvare una vita", afferma Giampietro Briola, direttore dell'Avis, intervenendo al programma Radio Vaticana con Voi. "Nella vita - spiega - saremo chiamati a superare paure più grandi, la donazione dà grande soddisfazione e rende tutti più sereni".
"Il mio appello in questa giornata - prosegue - è nel rendere questo impegno costante. Sollecitiamo molti a diventare donatori con continuità, a garanzia del sistema, dei malati. Il gesto della donazione è fondamentale, insostituibile, senza donatori molti dei nostri ospedali la mattina non potrebbero neanche aprire le porte e accogliere i pazienti".
I controlli sui donatori
Essere donatori è dunque gratificante perché si è parte di un sistema che permette ai malati di ricevere le cure necessarie, ma al tempo stesso garantisce a chi dona il sangue una serie di controlli che rientrano nell'ambito della prevenzione. "Questo argomento è fondamentale, ogni donatore deve avere la consapevolezza del proprio gesto, essere controllato, avere dei comportamenti e delle modalità di vita che mantengano il buono stato di salute. Questo - sottolinea il presidente Avis - fa bene a chi riceve il sangue, ma anche a chi lo dono perché il suo stato clinico è sempre monitorato e può evitare di venire a conoscenza di alcune malattie con ritardo. Infine due precisazioni utili: "Chi ha uno o più tatuaggi può donare tranquillamente, ma non nei tre mesi successivi alla realizzazione del tatuaggio; per donare - conclude Briola - bisogna essere maggiorenni e non avere più di 70 anni".
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