Onu: nuovo record di sfollati, 110 milioni di persone in fuga
Marco Guerra – Città del Vaticano
A fine 2022 il numero di persone costrette alla fuga a causa di guerre, persecuzioni, violenza e violazioni dei diritti umani è salito al livello record di 108,4 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente. L’allarme viene lanciato nel rapporto annuale dell’Unhcr, dal titolo Global Trends in Forced Displacement, pubblicato oggi 14 giugno dall’agenzia dell’Onu in vista della Giornata mondiale del rifugiato il prossimo 20 giugno.
Nuovi esodi dopo il conflitto in Sudan
L’Unchr pone subito i riflettori sulle cause di questa emergenza, spiegando che “la guerra in corso in Ucraina, insieme ai conflitti in altre parti del mondo e agli sconvolgimenti provocati dal clima, hanno costretto un numero record di persone a fuggire dalle proprie case nel 2022, acuendo l’urgenza per un’azione immediata e collettiva per alleviare le cause e l’impatto dello sfollamento”. “Nel 2023, il trend in crescita del numero di persone costrette alla fuga a livello globale non mostra segni di rallentamento - si legge ancora nel testo - anche a causa dello scoppio del conflitto in Sudan che ha causato nuovi esodi, spingendo il numero totale delle persone in fuga a un valore stimato di 110 milioni fino al maggio scorso”.
In maggioranza sfollati interni
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati la guerra in Ucraina è stata il motore principale degli esodi forzati nel 2022. “Il numero di persone fuggite dall’Ucraina è salito da 27.300 alla fine del 2021 a 5,7 milioni alla fine del 2022 – specifica il rapporto - costituendo così il più rapido esodo di rifugiati al mondo dalla seconda guerra mondiale”. Drammatica anche la situazione dei rifugiati dall’Afghanistan: il loro numero è cresciuto nettamente alla fine del 2022 a causa della revisione delle stime dei cittadini afghani ospitati in Iran, molti dei quali erano arrivati negli anni precedenti. Del totale globale delle persone considerate, 35,3 milioni sono rifugiati, persone che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza, mentre il gruppo più numeroso (il 58%, vale a dire 62,5 milioni di persone) è quello degli sfollati cioè coloro hanno cercato riparo all’interno dei loro Paesi a causa di conflitti e della violenza.
Paesi poveri in prima linea nell’accoglienza
Il rapporto conferma poi che a pagare il prezzo più alto dell’accoglienza sono proprio i Paesi più poveri del mondo. Sono infatti le nazioni a medio e basso reddito ad ospitare la maggior parte delle persone in fuga. I 46 Paesi meno sviluppati rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale, eppure ospitano più del 20% di tutti i rifugiati. Si segnala inoltre che nel 2022, i fondi disponibili per far fronte alle molte crisi di rifugiati in corso e per sostenere le comunità che li ospitano, sono stati molto inferiori alle necessità e rimangono a tutt’oggi insufficienti nel 2023, nonostante i bisogni umanitari crescenti.
Oltre 5 milioni di sfollati tornati nelle loro case
Il rapporto Global Trends mostra, inoltre, che alcuni rifugiati hanno potuto far ritorno nei propri Paesi volontariamente e in sicurezza. Nel 2022 più di 339.000 rifugiati sono tornati in 38 Paesi, e nonostante il numero sia stato inferiore all’anno precedente ci sono stati significativi ritorni volontari in Sud Sudan, Siria, Camerun e Costa d’Avorio. Nello stesso periodo, 5,7 milioni di sfollati interni sono tornati nel 2022, in particolare all’interno dell’Etiopia, nel Myanmar, in Siria, in Mozambico e nella Repubblica Democratica del Congo.
L’impegno per l’inclusione
L’Unhcr è impegnato in Italia per favorire e facilitare l’inclusione sociale, tramite alcuni progetti di inserimento lavorativo che coinvolgono amministrazioni pubbliche, il settore privato, il terzo settore, le comunità locali ed i rifugiati stessi. E per celebrare il coraggio e la forza d’animo dei rifugiati nella Giornata Mondiale del Rifugiato, l'agenzia delle Nazioni Unite lancia la campagna globale Hope Away From Home – Un mondo dove tutti i rifugiati siano inclusi. La campagna vuole evidenziare l’importanza di soluzioni a lungo termine per i rifugiati ed il potere dell’inclusione.
Cardoletti: intervenire nei Paesi di partenza
“Fotografiamo una situazione preoccupante dove il mondo non sta andando meglio, le guerre continuano e il numero delle persone sfollate è sempre in aumento. L’auspicio è che la comunità internazionale faccia uno sforzo per trovare soluzioni diplomatiche che, ad esempio, hanno portato miglioramenti in Yemen ed Etiopia”, così commenta il rapporto 2022 Chiara Cardoletti, rappresentate dell’Unhcr per l’Italia e la Santa Sede. L’esponente della Nazioni Unite chiede quindi un impegno internazionale nei Paesi d’origine dei rifugiati, “per consentire loro di tornare a casa”. Cardoletti ricorda poi il deterioramento delle condizioni in Ucraina e Sudan, che si sommano a questioni annose come quelle in Myanmar e Siria. “Segnali di speranza - prosegue - arrivano dagli accordi per il cessate in fuoco in Yemen, Etiopia e Costa d’Avorio”. Infine, la referente dell’Unhcr per Italia ricorda che la maggior parte dei rifugiati si trova in Paesi poveri e in via di sviluppo e che “bisogna aiutare queste nazioni a far sì che questi sfollati non si allontanino ulteriormente", tuttavia, denuncia Cardoletti, "alla fine del 2022 l’Unhcr ha ricevuto solo la metà dei fondi necessari per far fronte a questa emergenza”.
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