Povertà in italia, aumentano del 12,5% gli accessi ai centri Caritas
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
La povertà in Italia è ormai un fenomeno strutturale visto che tocca quasi un residente su dieci, il 9,4% della popolazione residente vive infatti, secondo l'Istat, in una condizione di povertà assoluta. Nel 2022, nei 2855 centri di ascolto della Caritas, le persone incontrate e supportate sono state 255.957. Un aumento del 12,5% dei poveri rispetto al 2021. È quanto emerge dal Bilancio sociale 2022 e del primo Report statistico sulle povertà, presentati oggi a Roma. Il presidente di Caritas italiana monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli afferma che le necessirà in questi anni sono aumentate
Sulla povertà incide la guerra in Ucraina, ma non solo
Caritas fa notare che l’aumento di persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto in gran parte è legato alla crescita delle persone di cittadinanza ucraina accolte dalla Chiesa in Italia (rispetto al 2021 il numero degli stranieri di cittadinanza ucraina sostenuti è salito da 3.391 a 21.930). Tuttavia se si esclude “l’effetto guerra” il trend rispetto all’anno precedente è comunque di crescita, ridimensionata però ad un + 4,4%. Complessivamente l’incidenza delle persone straniere si attesta al 59,6% (era al 55% nel 2021) con punte che arrivano al 68,6% e al 66,4% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est.
Chi sono i poveri in Italia?
E si va consolidando un fenomeno in atto da alcuni anni. Quasi il 30 per cento delle persone è infatti accompagnato attraverso i servizi Caritas da più di 5 anni. A chiedere aiuto sono donne (52,1%) e uomini (47,9%). L’età media dei beneficiari si attesta a 46 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state 27.877 (+ 16% rispetto al 2021), pari al 16,9% del totale.
Se la scolarità è bassa si rischia di essere poveri
Forte risulta essere la relazione tra povertà e bassa scolarità. Tra gli assistiti prevalgono infatti quelli con licenza media inferiore che pesano per il 44%; se a loro si aggiungono i possessori della sola licenza elementare (16,2%) e la quota di chi risulta senza alcun titolo di studio o analfabeta (6,3%) si comprende come i due terzi dell’utenza sia sbilanciato su livelli di istruzione bassi o molto bassi. Rispetto al 2021 cresce leggermente la percentuale di chi può contare su titoli di studio più elevati (diploma superiore o laurea), segnale di una povertà che diventa in qualche modo sempre più trasversale.
In aumento le povertà multidimensionali
Strettamente correlato al livello di istruzione è il dato sulla condizione professionale che racconta molto delle fragilità di questo tempo post pandemico. Il rapporto dice che a chiedere aiuto sono per lo più persone che fanno fatica a trovare un lavoro, disoccupati o inoccupati (48,0%) ma anche tanti occupati, working poor o lavoratori poveri su base familiare, che sperimentano condizioni di indigenza (22,8%). Nel 2022 appare sempre più marcato il peso delle povertà multidimensionali: nell’ultimo anno il 56,2% dei beneficiari ha manifestato due o più ambiti di bisogno (la percentuale si attestava al 54,5% nel 2021). In tal senso prevalgono, come di consueto le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, i bisogni occupazionali e abitativi; seguono i problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità di coppia), le difficoltà legate allo stato di salute (disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici) o ai processi migratori.
Caritas Ucraina: La guerra ha segnato le nostre vite
"La vita dopo il 24 febbraio 2022 non sarà più la stessa, la guerra resterà con noi e con le nostre generazioni per tutta la vita. Abbiamo avuto tanta solidarietà. Caritas in Ucraina copre 23 regioni con più di 15mila insediamenti, dall'inizio della guerra sono stati forniti più di 3 milioni di servizi sociali". Così il direttore Caritas Spes in Ucraina padre Vyacheslav Grynevych, in collegamento video. "Noi vogliamo entrare nel cuore delle persone - ha aggiunto padre Grynevych. In Ucraina non solo abbiamo avuto solidarietà internazionale, ma abbiamo anche tanta solidarietà interna".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui