Sierra Leone al voto, la lotta al caro vita obiettivo di tutti i candidati
Marco Guerra – Città del Vaticano
Urne aperte sabato 24 giugno in Sierra Leone per le elezioni presidenziali, legislative e locali. Sono circa 3 milioni e mezzo gli elettori registrati alle liste di voto su una popolazione totale di 7,8 milioni di abitanti.
Sfida tra Bio e Kamara
Tredici sono i candidati alla presidenza, ma secondo tutti gli analisti la partita si giocherà tra il presidente uscente Julius Maada Bio, 59 anni, alla guida del Partito popolare della Sierra Leone (Slpp), eletto nel 2018 e in lizza per il suo secondo mandato, e Samura Kamara, 72 anni, capo del Partito del Congresso di Tutto il Popolo ed ex-ministro delle Finanze e degli Esteri di precedenti governi, arrivato già sei anni fa al ballottaggio che perse in misura ristretta. Anche questa volta i sondaggi danno in vantaggio Maada Bio, malgrado le difficoltà economiche attraversate dal Paese africano.
Tensioni per il caro vita
Per diventare capo dello Stato bisogna ottenere il 55% delle preferenze al primo turno, altrimenti si va al ballottaggio entro le due settimane successive. Il presidente Julius Maada Bio, in un discorso di chiusura della campagna elettorale ha invocato “elezioni pacifiche”. I tradizionali raduni politici in strada sono stati vietati quest’anno per evitare potenziali disordini. Nell'agosto del 2022 violente proteste contro il caro vita e l’inflazione scossero la Sierra Leone, gli scontri tra manifestanti e polizia causarono la morte di sei agenti e 27 civili. Sia Bio che Kamara hanno ora dichiarato che in caso di vittoria daranno priorità al rilancio dell'agricoltura e della sostenibilità alimentare nel Paese. L'aumento dei prezzi e la scarsità di cibo sono le maggiori preoccupazioni per il popolo della Sierra Leone. Permettersi tre pasti al giorno è diventato impegnativo per gran parte della popolazione.
Padre Racca (missionario salesiano): vigilia del voto tranquilla
“Il popolo è tranquillo, c’è un po’ di tensione per le novità che possono scaturire dal voto ma, proprio in questi giorni, ho viaggiato dalla capitale Freetown alla missione di Bo e devo dire che non ho visto nulla di preoccupante, la situazione è serena almeno come punto di partenza”, dice a Vatican News-Radio Vaticana Padre Riccardo Racca, missionario salesiano nella città di Bo, nel sud-est della Sierra Leone. Il religioso racconta che sia le comunità cristiane che quelle musulmane stanno pregando in questi giorni affinché le elezioni si svolgano in modo pacifico.
La crisi che soffoca il popolo
Il missionario si sofferma poi sulla drammatica situazione economica: “Siamo tutti in crisi in Sierra Leone, il costo del riso è raddoppiato e giovani padri di famiglia mi raccontano che è diventato difficile arrivare alla fine del mese, quasi nessuno può più permettersi di possedere un’automobile”. Padre Racca mette quindi in evidenza gli sforzi della Chiesa locale e dei missionari salesiani che, oltre annunciare il Vangelo, portano avanti progetti di sviluppo per sostenere la popolazione. Uno dei progetti più recenti e innovativi riguarda la coltivazione della pianta di Moringa, che si presta a molti impieghi, le foglie sono usate per fare tisane e i semi sono considerati un eccellente prodotto per la cosmesi. “Questa coltivazione promossa dalla Missione di Don Bosco - conclude il religioso - ha già dato uno sbocco lavorativo a decine di famiglie di contadini”.
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