Usa, Donald Trump incriminato con sette capi d'accusa
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Donald Trump è stato incriminato dai procuratori federali per aver portato via illegalmente dalla Casa Bianca documenti riservati che avrebbero dovuto essere consegnati agli Archivi di Stato. È stato convocato in tribunale a Miami martedì 13 giugno. Sette i reati contestati, tra cui false dichiarazioni e cospirazione per ostruire la giustizia, oltre all’aver trattenuto volontariamente i documenti. Per l’ex presidente si tratta della seconda incriminazione in pochi mesi, dopo l’ipotesi di corruzione e soprattutto di una prima storica: diventa il primo inquilino della Casa Bianca nella storia americana ad affrontare delle accuse a livello federale.
I documenti riservati
L’indagine sulle carte segrete di Trump è iniziata nel 2021, quando gli Archivi nazionali hanno notato che l'ex presidente non aveva consegnato tutte le carte all'uscita dalla Casa Bianca. Ne è partito un contenzioso sfociato poi nella perquisizione dell’Fbi della sua villa di Mar-a-Lago, in Florida, lo scorso anno e, ora, nell’incriminazione. La notizia era nell'aria da quando la procura federale, di cui è supervisore il consigliere speciale Jack Smith, 54 anni, ex procuratore all'Aja specializzato in crimini di guerra, aveva notificato ai legali dell’ex presidente l’avviso che il loro cliente era al centro dell’inchiesta. Un atto dovuto che presupponeva l'imminente incriminazione.
Le reazioni all'accusa
A dare la notizia, però, è stato lo stesso Trump con una serie di post pubblicati sulla sua piattaforma social Truth. “È un giorno buio per l'America", ha commentato l’ex presidente, che incassa anche la solidarietà di gran parte del fronte repubblicano, dichiarandosi “innocente” e parlando di “interferenza sul voto” del 2024. La Casa Bianca non commenta le accuse, mantenendo così la linea del silenzio sposata da Joe Biden. Per il presidente la partita è particolarmente delicata, visto che si è nel pieno della campagna elettorale per il 2024. Lapidario il commento dell’ex braccio destro di Trump, Mike Pence: “Trump ha sbagliato allora e sbaglia adesso”.
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