Lecco Film Festival: ridestare lo stupore
Rosario Tronnolone - Lecco
È stato Papa Francesco a suggerire il tema della quarta edizione del Lecco Film Fest quando, a febbraio, ha ricevuto in udienza i membri della Fondazione Ente dello Spettacolo in occasione del loro 75mo anniversario, insieme ad altri esponenti del cinema italiano: in un mondo sempre più artificiale, che rischia di far perdere all’uomo la capacità di stupirsi, il Papa ha affidato a chi lavora nell’ambito del cinema, e dell’arte in generale, il compito di ridestare nell’uomo la meraviglia. A questo fa riferimento il logo del festival, opera dell’artista Velasco Vitali, che rappresenta una caravella in partenza per un viaggio di scoperta inimmaginabile, illuminata da innumerevoli lune, simbolo per eccellenza dell’ispirazione artistica.
Detassis: fondamentale l'educazione dei giovani all'immagine
A inaugurare l’evento è stata Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, che ha dialogato con Angela D’Arrigo, curatrice del festival, nel chiostro della canonica di Lecco. La possibilità che ha il cinema di stupire, ha detto Piera Detassis, consiste nel saper porre domande capaci di toccare nel profondo e di emozionare, nell’utilizzare nuovi linguaggi e aprire nuove prospettive. Fondamentale perciò è l’educazione all’immagine per i più giovani, immersi in un mondo di immagini imperanti che non sono in grado di decifrare.
L'omaggio a Mabel Normand
L’attenzione al mondo femminile, da sempre prerogativa del Lecco Film Fest (il tema della prima edizione era Donne oltre gli schermi), è stata confermata dall’omaggio reso in serata a Mabel Normand, attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice del cinema muto, che ha spesso lavorato con Charlie Chaplin. La proiezione dei film Caught in a Cabaret e The Vagabond, accompagnata dal vivo dall’Orchestra di Bellagio e del Lago di Como diretta dal maestro Alessandro Calcagnile, che ha eseguito la colonna sonora composta appositamente da Rossella Spinosa, ha suscitato sui volti dei bambini presenti (e di molti adulti) un’espressione di felice stupore.
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