Patrick Zaki è libero. Zuppi: lo aspetto a Bologna
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Patrick Zaki torna in Italia dopo la grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi. Il ricercatore era stato condannato martedì con l’accusa di diffondere false notizie dal tribunale egiziano di Mansura a tre anni di detenzione, di cui 14 mesi ancora da scontare dopo i 22 già trascorsi in custodia. La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, che ha voluto ringraziare al-Sisi per la “sua attenzione e disponibilità”, ha annunciato il ritorno a Bologna del ricercatore. “Gli auguro dal profondo del cuore una vita di serenità e di successi”, ha detto.
Zuppi: gioia per la liberazione
Il giovane si era recentemente laureato da remoto presso l’Università di Bologna, che ora lo aspetta per festeggiare la liberazione. “La notizia ci colma di gioia. È un momento di insperato sollievo e di grandissima felicità per tutta l’Alma Mater. Speriamo sia la fine di oltre tre anni di attese e di speranze deluse”, ha commentato il rettore dell’ateneo dove Zaki si è laureato. La politica italiana esulta all’unisono per la fine di questo caso giudiziario. Appena appresa la notizia della grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha concluso ieri la visita a Washington come inviato del Papa, “ha espresso la sua gioia per l’annunciata prossima liberazione del giovane, nell’attesa di poterlo presto incontrare per rallegrarsi con lui e condividere la fede e la speranza”.
La grazia di al-Sisi
La svolta, arrivata il giorno dopo la condanna per diffusione di notizie false pronunciata da una Corte per la sicurezza dello Stato a Mansura, è stata resa possibile dall’atto di clemenza del capo dello Stato egiziano annunciato da due componenti del Comitato per la grazia. “Il presidente Abdel Fattah al-Sisi usa i suoi poteri costituzionali ed emette un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer - un'altra persona sottoposta a detenzione arbitraria, il cui caso è stato messo in evidenza dagli attivisti per i diritti umani - in risposta all’appello del Consiglio dei segretari del Dialogo nazionale e delle forze politiche”.
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