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L'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau è presente da 32 anni in Mongolia L'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau è presente da 32 anni in Mongolia  (AIFO Mongolia)

Aifo: felici della visita di Papa Francesco in Mongolia

Apprezzamento per il viaggio di Francesco, dal 31 agosto al 4 settembre, nel Paese dell'Asia centro-orientale, è stato espresso dall'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau. La Ong lavora in Mongolia da oltre trent'anni con progetti di riabilitazione su base comunitaria per le persone con disabilità. Francesca Ortali: "La popolazione ha istituito una propria associazione locale, testimoniando la fratellanza e l'inclusione, princìpi molto vicini alla Fratelli tutti"

Sofiya Ruda – Città del Vaticano

Tra pochi giorni Papa Francesco raggiungerà la Mongolia, dove sarà dal 31 agosto al 4 settembre, e Aifo mostra tutto il suo apprezzamento per questo viaggio, il primo di un Pontefice nel Paese asiatico. Per l'ong è molto importante, perché "è la conferma - come spiega a Radio Vaticana-Vatican News Francesca Ortali, responsabile dei progetti di Aifo in Mongolia - di poter condividere la fratellanza e l’inclusione, anche in un Paese così diverso e lontano, dei principi espressi nell’enciclica Fratelli tutti”. L'Aifo è presente nel territorio da trentadue anni con progetti di inclusione sociale per le persone disabili. 

Ascolta l'intervista a Francesca Ortali

Le prime radici in Mongolia

“Negli anni Novanta - ricorda Ortali - Enrico Pupulin, a capo dell’Unità disabilità e riabilitazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, incontrò un medico mongolo”, da questo incontro è nata l'idea.  "L’Oms ci ha chiesto di iniziare un progetto di riabilitazione su base comunitaria per le persone con disabilità. Abbiamo iniziato, poi, a formare lo staff medico, paramedico e le associazioni”. Nella formazione, chiarisce, è stata coinvolta sia l’amministrazione pubblica locale, cioè il Ministero della Salute, sia le associazioni delle persone con disabilità e i centri di vita indipendente. In seguito, i progetti sono stati molteplici.

La spontaneità dell'inclusione

Grazie al lavoro svolto da Aifo, la Mongolia è diventata un Paese più inclusivo. Questo è stato un traguardo fondamentale per l’associazione. La responsabile tiene a sottolineare che è soprattutto il popolo mongolo ad essere attivo in questa trasformazione. “La riabilitazione su base comunitaria è stata adottata ufficialmente anche dal Ministero della Salute. Questo vuol dire – continua – che non è solo il progetto di Aifo a rendere l’inclusione possibile, ma sono gli esempi delle singole persone della Mongolia a farlo. Sono tanti i centri per la vita indipendente sorti spontaneamente”. Per un Paese con un territorio così enorme, con difficoltà di accesso alle aree dove vivono molte popolazioni seminomadi, questo rappresenta una realtà molto importante.

Un Paese molto grande (AIFO Mongolia)
Un Paese molto grande (AIFO Mongolia)

Un territorio molto vasto

“Le difficoltà logistiche sono molteplici. Per esempio – spiega Ortali – se una persona cade da cavallo e si rompe una gamba a 300 chilometri di distanza dal primo centro vicino, avere un sistema sanitario che riesca a reagire prontamente per riuscire a salvarla oppure a stabilizzare la gamba è molto complesso”. In questi casi, purtroppo, succede spesso che le persone rimangano con una disabilità, a causa delle grandi difficoltà dovute alla geografia e alla grandezza del territorio. “Avere la possibilità di avere una rete attorno che riesca a far capire a queste persone che non sono sole e – prosegue – che possono tornare ad essere partecipi a tutto tondo della vita in famiglia e in comunità è un traguardo molto importante”.

La vicinanza alle persone

In realtà il sistema sanitario mongolo è molto ben strutturato, ma è l'organizzazione ad essere complessa, poiché in un territorio di grandissime proporzioni, le città superiori ai 100mila abitanti sono davvero poche, mentre il più della popolazione è distribuito in aree molto distanti l'una dall'altra. “La copertura è strutturata in piccoli ambulatori, con all’interno dei medici-infermieri che seguono le varie unità familiari”. Le famiglie, però, sono nomadi e questo complica le cose, perché seguirle e intervenire quando c’è un’emergenza risulta molto difficile. Per questo motivo, aggiunge la responsabile, “abbiamo organizzato con il Ministero della Salute locale delle riunioni formative in cui abbiamo riunito soprattutto le mamme con bambini con disabilità a vario titolo. Lì c’erano specialisti che insegnavano loro come aiutare i propri figli. Nei loro occhi vedevamo la consapevolezza di non essere sole al mondo.” 

L'inclusione delle persone con disabilità (AIFO Mongolia)
L'inclusione delle persone con disabilità (AIFO Mongolia)

L’Associazione locale Tegsh Niigem

I volontari che collaborano con Aifo sono numerosi. “Noi siamo registrati come ong internazionale, ma, spontaneamente, i nostri colleghi in Mongolia hanno deciso di istituire la loro associazione, chiamandola Tegsh Niigem, ovvero società inclusiva”. L’iniziativa dei volontari dimostra chiaramente che la popolazione mongola è interessata a fare di tutto per il proprio futuro. “I princìpi propri della cultura mongola, cioè inclusione, fratellanza e non violenza – conclude – sono molto vicini alla Fratelli tutti”.

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25 agosto 2023, 12:00