Il Gabon come il Niger, i militari annunciano la fine del regime democratico
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
E’ un vero e proprio colpo di Stato quello che sta avvenendo in Gabon: nel Paese africano, che ha poco più di due milioni di abitanti, un manipolo di soldati e poliziotti ha annunciato l'annullamento del voto, lo scioglimento di tutte le istituzioni della repubblica e la fine del regime democratico. L'annuncio del colpo di Stato è arrivato poco dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali di sabato, che hanno visto il presidente in carica, Ali Bongo Ondimba, al potere da 14 anni, ottenere un terzo mandato con oltre il 64% delle preferenze.
Un golpe contro il caos politico e sociale
Intenzione dei golpisti, di cui fanno parte elementi della Guardia Repubblicana, dell’esercito e della polizia, è quello di esautorare un governo irresponsabile e imprevedibile che si traduce in un continuo deterioramento della coesione sociale che sta portando il Paese nel caos. Questo quanto detto in un comunicato televisivo, sulla rete Gabon 24, da uno dei militari golpisti. Altro provvedimento adottato dal sedicente ‘Comitato per la transizione e per il ripristino delle istituzioni’ è la chiusura di tutte le frontiere fino a nuovo ordine.
Preoccupazione nella comunità internazionale
Come per il colpo di Stato militare in Niger, del 26 luglio scorso, anche per il putsch gabonese la comunità internazionale, in particolare l’Unione Europea, sta esprimendo preoccupazione. “E’ una notizia arrivata all’improvviso e, se confermata, è un altro evento che aumenta l’instabilità nella regione. Ma è una questione sul tavolo che discuteremo alla riunione dei ministri”. Sono le dichiarazioni a caldo dell’Alto rappresentante europeo per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla riunione informale dei ministri della Difesa a Toledo. E' evidente che il colpo di Stato militare in Gabon, come quello del Niger, destabilizzi ulteriormente una zona dell’Africa dove forti sono gli interessi europei e di altre potenze. Dopo Bruxelles, anche la Cina ha commentato la situazione. Pechino chiede di risolvere le divergenze col dialogo. La cronaca intanto parla dell’arresto del presidente Ali Bongo Ondimba, la cui famiglia è al potere da oltre 50 anni, del figlio e dei suoi consiglieri. La folla festeggia nelle strade di Libbreville in un Paese dove le difficoltà della gente sono evidenti. Secondo il padre comboniano, Filippo Ivardi, africanista, il Gabon è un Paese dei contrasti: in pochi detengono la maggioranza della ricchezza nazionale.
Il padre comboniano sottolinea come l'ultradecennale potere detenuto dalla famiglia Bongo è stata una delle cause del colpo di Stato militare. Di tutto questo paga le conseguenze la popolazione civile, nella stragrande maggioranza in estrema povertà. Inoltre, come abbiamo visto per diversi Paesi africani dove sono avvenuti altri golpe, le giunte militari non riescono quasi mai a risolvere i problemi sociali e a risollevare le sorti del Paese che continua a vivere nei medesimi problemi
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui