Libia, decine di morti e un centinaio di feriti negli scontri a Tripoli
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Almeno 27 persone sono state uccise e un centinaio sono rimaste ferite in violenti scontri tra due gruppi armati nella periferia sud-orientale di Tripoli, in Libia. Lo ha riferito il pronto soccorso. In un bilancio provvisorio l’agenzia locale che gestisce le emergenze ha aggiornato il numero dei feriti che sono almeno 106. Gli scontri hanno portato alla sospensione dei voli e all'evacuazione degli aerei nell'unico aeroporto civile della capitale.
Gli scontri in città
Secondo i media locali, il 14 agosto sera sono stati schierati blindati e pickup armati in diverse zone a est e a sud di Tripoli dopo l’arresto di Hamza all’aeroporto di Mitiga, situato in un’area controllata dalla Force al-Radaa. Colpi di arma da fuoco, in particolare armi pesanti, sono esplosi ad Ain Zara, a sud-est della città, prima di diffondersi in altre zone vicino all’aeroporto e all’Università di Tripoli. Le autorità di Mitiga hanno sospeso il traffico e dirottato i voli verso Misurata, 200 chilometri più ad est, evacuando anche gli aerei parcheggiati sulla pista. Gli scontri sono cessati martedì sera dopo un accordo raggiunto con il governo di unità nazionale del premier Abdul Hamid Dbeibah, in base al quale Hamza è stato rilasciato e consegnato a una parte neutrale.
La situazione nel Paese
Si tratta dei due gruppi tra i più influenti a Tripoli. A fine maggio i contrasti tra le fazioni, anche in strade affollate del centro di Tripoli, avevano provocato lievi feriti. Mentre a luglio e agosto, gli scontri tra al-Radaa e altri gruppi armati hanno causato circa 50 morti nella città. Il Paese è diviso dal 2014 tra amministrazioni rivali a est e a ovest, ciascuna sostenuta da una serie di milizie ben armate e da diversi governi stranieri. La nazione nordafricana è in uno stato di sconvolgimento da quando, nel 2011, è stato rovesciato e poi ucciso Muammar Gheddafi, alla guida del Paese per oltre tre decenni.
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