In Niger manifestazioni per il governo golpista, l’Unicef lancia l’allarme malnutrizione
Marco Guerra – Città del Vaticano
Diverse migliaia di persone hanno manifestato domenica 20 agosto nella capitale del Niger, Niamey, a sostegno della giunta militare che ha preso il potere lo scorso 26 luglio destituendo il presidente Mohamed Bazoum, ora agli arresti domiciliari insieme alla sua famiglia.
Tiani incontra una delegazione Ecowas
Molti gli slogan contro la Francia e la Comunità degli Stati dell'Africa occidentale, Ecowas, contro le sanzioni e l'intervento militare. Il raduno di piazza arriva dopo che sabato il generale Abdourahamane Tiani, salito al potere con il colpo di Stato, aveva tenuto un discorso televisivo con l'annuncio di un dialogo nazionale, precisando che la durata della transizione non supererà i tre anni. Poco prima Tiani aveva incontrato una delegazione dell'ECOWAS, guidata dall'ex presidente nigeriano Abubakar, andata a negoziare una via d'uscita dalla crisi e per visitare il deposto presidente Bazoum. "C'è speranza e una chiave per continuare i colloqui", aveva quindi detto Abubakar.
Le tensioni nel Sahel
Ma la fine della crisi è tutt'altro che certa, restano le pesanti sanzioni dell'ECOWAS varate il 30 luglio e venerdì i capi militari dei Paesi dell’Africa occidentale, a margine di una riunione tenutasi ad Accra in Ghana, hanno annunciato di aver definito i dettagli di un intervento militare contro i golpisti del Niger e di aver fissato persino il giorno dell’intervento, che però resta ancora segreto. Il generale Tiani ha quindi avvertito che il Niger non starà a guardare in caso di intervento. "Se dovesse essere intrapresa un'aggressione contro di noi non sarebbe la passeggiata nel parco in cui alcuni credono", ha detto, assicurando che l'Ecowas ha voluto costituire "un esercito di occupazione in collaborazione con un esercito straniero", senza menzionare alcun Paese. Tre dei 15 Paesi dell’Ecowas - Mali, Burkina Faso e Guinea – si rifiutano di intervenire contro il Niger perché anch’essi guidati da giunte militari.
Crisi umanitaria
Infine si aggrava la situazione umanitaria a causa della crisi. L’Unicef avverte che sono oltre due milioni i bambini vulnerabili la cui situazione è ulteriormente peggiorata dopo il golpe e le sanzioni. L'Unicef chiede di sbloccare navi e container contenenti aiuti urgenti che non possono entrare nel Paese. "La crisi in corso nella Repubblica del Niger continua a rappresentare un pericolo sempre maggiore per milioni di bambini vulnerabili nel Paese - si legge in una dichiarazione di Stefano Savi, rappresentante Unicef sul posto - l'attuale situazione è molto preoccupante e aggiunge un pesante fardello a un panorama umanitario già disastroso, in cui la prevalenza della malnutrizione grave tra i bambini è estremamente elevata”.
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