Kim in Russia per incontrare Putin. Gli Usa: nuove sanzioni se offrirà armi
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
L’incontro tra il leader nordcoreano Kim Jong-Un e il presidente russo Vladimir Putin si svolgerà "nei prossimi giorni nell’Estremo Oriente Russo”, ha spiegato, senza fornire ulteriori dettagli, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Secondo i media russi potrebbe essere a Vladìvostok, dove è in arrivo questa mattina un treno verde scuro trainato da una locomotiva delle ferrovie locali. Un video pubblicato dall'agenzia Ria Novosti lo mostra passare la stazione di Bàranovski, sobborgo di Ussùriysk, a circa A 70 chilometri da Vladìvostok. Prima il convoglio era transitato in “totale segretezza” per la stazione di Khasan, in territorio russo, vicino al confine con la Corea del Nord, dove Kim è sceso per breve tempo dal treno per salutare funzionari locali, per poi proseguire sulla ferrovia transiberiana e attraversare la regione di Primorsky.
Il Cremlino: discuteranno delle relazioni bilaterali
Secondo esperti militari Mosca probabilmente chiederà a Pyongyang proiettili di artiglieria e missili anticarro in cambio di tecnologia satellitare avanzata e sottomarini a propulsione nucleare. Peskov ha dichiarato che i due leader discuteranno di “temi sensibili”, ignorando gli “avvertimenti” degli Stati Uniti, secondo i quali la Corea del Nord “pagherebbe un prezzo” se fornisse alla Russia armi per il conflitto in Ucraina. “Nel costruire le nostre relazioni con i nostri vicini, compresa la Corea del Nord, per noi la cosa più importante sono gli interessi dei nostri due Paesi, non gli avvertimenti di Washington”, ha concluso il portavoce del Cremlino.
Gli Usa: la vendita di armi alla Russia viola le risoluzioni Onu
Il Dipartimento di Stato di Washington seguirà con attenzione gli esiti del vertice, sottolineando che gli Stati Uniti sono ad imporre nuove sanzioni contro la Corea del Nord, come hanno fatto “con i Paesi o le entità che finanziano gli sforzi bellici della Russia”. Gli Usa avvertono Pyongyang che “la vendita o l’invio di armi a Mosca viola diverse risoluzioni dell’Onu”, ha sottolineato il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller.
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