Funerali di Napolitano, Ravasi: uomo di altissima cultura
Michele Raviart - Città del Vaticano
“I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento. Coloro che avranno indotto molti alla giustizia, risplenderanno come le stelle per sempre”. Cita il profeta Daniele il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura, invitato a prendere la parola nel suo intervento ai funerali laici del presidente emerito della repubblica italiana Giorgio Napolitano, scomparso lo scorso 22 settembre. Le eseque sono state celebrate nell’aula di Montecitorio.
Le quattro istantanee di Ravasi
Un uomo di altissima cultura, ha sottolineato il porporato, ricordando in particolare la passione di Napolitano per Mann, Dante e Mozart. Quattro le istantanee, tra pubblico e privato, che il cardinale ha volute evidenziare nel suo intervento. La prima risale a quando Ravasi era prefetto della Biblioteca ambrosiana di Milano e Napolitano ministro degli Interni. Il ricordo va alle sue mani quando prese l'edizione autografa di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, andando a leggere i passaggi riguardanti la pena di morte. La seconda risale ad un incontro con Benedetto XVI, quando il presidente cità una frase dello scrittore tedesco Thomas Mann - "il cristianesimo rimane una delle colonne portanti dello spirito occidentale insieme alla cultura mediterranea", che prontamente ripetè in tedesco queste parole che conosceva bene. A Benedetto XVI è legata anche la terza immagine, quando durante un concerto per l'anniversario dei Patti Lateranensi nel febbraio 2013 il Pontefice rivelò in anticipo a Napolitano la sua intenzione di dimettersi. In quell'occasione, ascoltando l'Ave Deum di Mozart , lo definì "quattro minuti di bellezza ultraterrena". Infine il ricordo è andato a quella che è stata definita come “una straordinaria lezione su società e religione" al Cortile dei Gentili ad Assisi nel 2012. "Lasciò la sua pratica religiosa", ha affermato Ravasi, "ma rispondendo sempre a un intimo bisogno di raccogliemento, sfuggendo a pressione dei doveri e degli assilli".
Mai mancato il tempo per la famiglia
Nel Parlamento riunito in seduta comune, alla presenza del governo e delle più alte istituzioni italiane e internazionali – presenti anche il presidente tedesco Steinmeier e quello francese Macron – sono intervenuti il figlio di Napolitano, Giulio, che ha sottolineato come il padre ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate, cercando, a poco a poco, di correggere gli errori e di esplorare nuove strade. Presente pure la nipote Sofia, che ha ricordato come i continui impegni istituzionali non gli abbiano mai fatto mancare il tempo per la famiglia e i nipoti.
Gli interventi durante la cerimonia
Iscritto al Pci nel 45, parlamentare dal 1953, ministro, europarlamentare e due volte presidente della Repubblica nel 2006 e nel 2013, la sua perdita ha ricordato Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante i governi Berlusconi, riguarda tutti perché per lui le istituzioni venivano prima delle appartenenze politiche. Un patriota costituzionale ed europeista convinto lo ha definito Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari Economici, che ha sottolineato l'esempio di Napolitano nel Parlamento europeo, la sua visione e il suo capire l’importanza della transizione ecologica e delle migrazioni per l’Ue. Per lui la conoscenza e la competenza dovevano essere sempre il fondamento dell’analisi e della proposta politica, ha ricordato la collega di partito Anna Finocchiaro. Ha esercitato tanti ruoli, sempre con un’autorevolezza che veniva dalla sua cultura, ha detto l’ex-presidente del Consiglio Giuliano Amato, che ha concluso: "Davvero tarderà molto a nascere, se nasce, un italiano con le sue qualità".
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