UNICEF, i più vulnerabili all’inquinamento sono i bambini
Camilla Dionisi – Città del Vaticano
Più di 5.800 bambini e adolescenti in Europa e Asia centrale sono morti nel 2019 per cause legate all'inquinamento atmosferico. La maggior parte - l'85% - è morta prima del compimento del primo anno di vita, l'equivalente di 90 bambini a settimana, secondo una nuova analisi riportata in un Policy Brief pubblicato il 5 settembre dall'UNICEF. Occorre fare appello ai governi, spiega a Vatican News Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF Italia, affinché si acceleri la transizione verso un'energia più pulita ed efficiente in tutti i settori.
I bambini: la categoria più a rischio
Il rapporto dell'UNICEF rileva proprio che i bambini esposti all'inquinamento corrono un rischio maggiore di gravi problemi di salute. “Parliamo di infezioni acute come la polmonite, molto diffusa, o anche altri tipi di malattie legate alle vie respiratorie” spiega Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. “Respirare aria inquinata provoca anche danni di lunga durata come asma, malattie cardiovascolari croniche e addirittura il cancro. Più avanti nella vita, può anche portare a disturbi neurologici. I bambini sono i più esposti perché, rispetto agli adulti, respirano due volte più velocemente, spesso con la bocca, assorbendo più inquinanti e sono più vicini al suolo dove questi si accumulano”. “In più – aggiunge – i bambini sono fisiologicamente più vulnerabili all'inquinamento atmosferico perché i loro organi sono esposti a infiammazioni e danni durante un periodo di rapido sviluppo”.
La strada per un’energia più pulita
Come spiega Iacomini, è importante ridurre gli inquinamenti atmosferici e l'esposizione dei bambini all'aria tossica, per poter ottenere una riduzione dei costi sanitari, un miglioramento dell'apprendimento, un aumento della produttività e un ambiente più sicuro e pulito per tutti. “Noi abbiamo esortato i governi a rafforzare le politiche e gli investimenti – continua il portovoce Unicef - per accelerare la transizione verso un'energia e un trasporto più puliti ed efficienti in tutti i settori". “Questo porta al sostegno dell'efficienza energetica, l'accesso all'energia pulita e alla formazione degli operatori sanitari per sottoporre i bambini a dei monitoraggi. Potremmo aumentare e accelerare i piani di riduzione dell'inquinamento atmosferico sia a livello nazionale che a livello comunale e individuare le malattie legate al problema. È chiaro – sottolinea ancora - che bisogna mantenere sistemi di monitoraggio della qualità dell'aria vicino agli asili o alle scuole”.
I progetti di sensibilizzazione dell’UNICEF
L'agenzia lavora con i governi a livello italiano e globale proprio con attività di informazione al pubblico e con attività di formazione nelle scuole. “Bisogna parlarne al pubblico cercando di rilevare proprio i livelli di inquinamento atmosferico pericolosi per i bambini e le donne in gravidanza. Noi questo lo facciamo tanto in Europa quanto in Asia Centrale” dichiara ancora Iacomini. “In queste zone, l'inquinamento atmosferico è causato proprio da pratiche residenziali e commerciali, per esempio l'uso del carbone o di altri combustibili fossili per riscaldarsi, per cucinare e altro. In Italia abbiamo pensato a un progetto chiamato Cambiamo Aria che è straordinario: parla proprio nelle scuole e nelle istituzioni di tutto ciò che bisogna fare per ovviare a questo problema. Soprattutto – conclude - facciamo appello ai governi affinché si acceleri la transizione verso un'energia più pulita ed efficiente in tutti i settori”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui