Siria, missione di Caritas Italia per portare un messaggio di sostegno e speranza
Camilla Dionisi – Città del Vaticano
Le comunità di Damasco, Aleppo, Homs e Ghouta sono state al centro della missione in Siria di una delegazione di Caritas italiana, partita per portare aiuto e sostegno alle comunità che gridano aiuto. I territori sono segnati profondamente dalla guerra, che si prolunga ormai da marzo 2011, e dal terremoto dello scorso febbraio che, solo ad Aleppo, ha causato il crollo di 1.700 edifici. A Vatican News, don Marco Pagniello, il direttore della Caritas italiana, racconta la situazione nei territori siriani e gli interventi di assistenza alla popolazione: sostegno e speranza sono necessari contro una realtà fatta di sofferenza e divisioni.
Gli interventi di assistenza alla popolazione avviati dalla Caritas
L’organismo pastorale, a nome della Chiesa italiana, ha indetto una colletta durante la scorsa Quaresima al fine di partire in missione per i territori della Siria, quelli maggiormente colpiti dal terremoto di febbraio 2023. “Il violento terremoto ha devastato parte della Siria, soprattutto la città di Aleppo e le altre realtà intorno”, spiega don Pagniello. “È un terremoto che ha peggiorato una situazione che, a causa della guerra, continua a diventare sempre più difficile. Siamo partiti per condividere nella preghiera la fatica di questo popolo, di questi fratelli e di queste sorelle e per avviare con loro progetti di aiuto per muoverci il prima possibile. Parliamo di interventi di assistenza alla popolazione, progetti di sviluppo, sostegno alle attività e alla promozione del volontariato dei giovani. Soprattutto – sottolinea – abbiamo avviato dei percorsi di riconciliazione con questa terra, ormai segnata profondamente dalla guerra e dalle contraddizioni”.
Una terra che rischia di essere dimenticata
Come spiega Pagniello, le tante emergenze nel Medio Oriente rischiano di mettere da parte quanto sta accadendo nei territori siriani. Ad esempio, la guerra in Ucraina ha sicuramente una maggiore attenzione a livello mediatico. L’intervento della Caritas, però, continua a dare risonanza a quelle che sono le esigenze di questo popolo, che rischia di essere dimenticato. “Questo popolo è in continuo cammino: la gente siriana sta lasciando sempre di più questa terra, abbandonando la propria casa in cerca di pace” racconta il religioso. “Tanti sono oramai i siriani in diaspora, presenti in tanti paesi dalla Turchia al Libano. Molti vogliono raggiungere il Canada ma altrettanti sono anche in Europa. Quella siriana è una realtà che rischia di essere dimenticata, nonché una guerra dimenticata, che però continua ancora a far soffrire tanto. Questo fenomeno – continua il direttore dell'organismo caritativo – deve interpellarci e ancora una volta deve farci capire quanto nel mondo abbiamo bisogno di pace e quanto la guerra porti dolore, sofferenza e tante divisioni”.
Un’offerta di cammino insieme
La presenza della Caritas italiana e quella di tante altre realtà ecclesiali sul posto porta attenzione, cura e speranza al popolo siriano. Soprattutto, la chiesa siriana così non si sente sola e abbandonata in un momento drammatico. “Facciamo in modo – racconta don Marco Pagniello – che i popoli colpiti si sentano parte di una chiesa in cammino: la nostra è una presenza che non offre semplicemente aiuto materiale, ma porta fraternità, sostegno e un'offerta di cammino insieme. Sono importanti le risorse economiche – conclude – ma è anche importante portare speranza”.
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