Torna "Un pasto al giorno", l’evento solidale della Comunità Papa Giovanni XXIII
Camilla Dionisi – Città del Vaticano
Quindicesima edizione, il 16 e il 17 settembre prossimi, dell'iniziativa "Un pasto al giorno", in occasione della quale i volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, scenderanno nelle piazze di tutta Italia per chiedere attenzione nei confronti dei più bisognosi, degli esclusi, delle vittime di ingiustizia nel mondo. La Comunità, sin dalla sua fondazione, nel 1968 da parte di don Oreste Benzi, è impegnata nel contrasto alla povertà e all'emarginazione e, in occasione dell'iniziativa, verrà distribuito il libro “La voce degli ultimi”, una raccolta di pensieri, preghiere, filastrocche e poesie, espressione di tutte quelle voci inascoltate di ogni angolo del mondo o di chi da tutta una vita opera per offrirgli una nuova possibilità di futuro. Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, spiega a Vatican News che le giornate coinvolgeranno tutta la comunità sia in Italia sia all'estero. “L'evento ha uno scopo preciso che nasce con don Oreste Benzi trent'anni fa” spiega, “abbiamo iniziato a capire, infatti, che una delle più grandi ingiustizie è proprio la fame, il non poter mangiare almeno una volta al giorno, soprattutto quando sono coinvolti i bambini”. “I numeri ancora oggi sono alti. Quindici anni fa, l'anno dopo la morte di don Oreste, abbiamo iniziato ad andare nelle piazze, nelle parrocchie e nelle chiese, a sensibilizzare sul nostro operato, ma anche sulle realtà che incontravamo nel mondo proprio sul tema della carenza alimentare e tutto ciò che ne consegue. Abbiamo visto – continua - quanto la gente sia generosa e le persone siano buone. Infatti, colgono quando agisci non per te stesso, quanto piuttosto per cercare di risolvere le tante ingiustizie che la nostra società produce".
Il progetto nutrizionale in Kenya
La Comunità cerca sempre di testimoniare qualcosa e, nell'ultimo anno, si è occupata di un progetto di sostegno alimentare in Turkana, una regione poverissima in Kenya. “Qui i bambini e le loro famiglie non mangiano anche per più volte al giorno” racconta Fadda. “Il nostro progetto nutrizionale è partito con pochi bambini, tra i 100 e i 200. Ad oggi sono più di 500, dando un pasto, ai bambini viene data la scuola e viene anche ridotta la violenza che si genera dalla lotta per la vita. Sono diversi i modi per aiutare nella nostra quotidianità”.
L'aiuto che possiamo dare
Matteo Fadda spiega quali sono i mezzi che abbiamo per aiutare il prossimo in difficoltà, nel pieno spirito dell'insegnamento di don Oreste Benzi. “Sicuramente occorre informarsi il più possibile anche grazie ad associazioni come la nostra e aiutarle ad essere rigorose nel loro lavoro. Inoltre, dobbiamo impegnarci in prima persona, il di più che abbiamo non è per noi ma è da ridistribuire. Questo lo viviamo ogni giorno”. “Questa forma di restituzione – conclude - è sicuramente un'azione semplice che possiamo fare. In più, nella nostra quotidianità, quando incontriamo l'altro più bisognoso, dobbiamo cercare di non volgere lo sguardo dall'altra parte, ma di attivarci e coinvolgerci: ciò vuol dire anche cercare di metterlo in relazione con qualcuno che possa dargli una mano".
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