Salute mentale, il Sud Sudan al quarto posto in Africa per tasso di suicidi
Vatican News
Si celebra oggi, 10 ottobre, la Giornata Mondiale della Salute Mentale. “La salute mentale è un diritto umano universale” è il tema su cui la Campagna globale intende sensibilizzare governi, istituzioni, cittadini. In alcune regioni del mondo, colpite da guerre ormai croniche, le patologie riconducibili a questo ambito sanitario sono più evidenti e in aumento.
Il Sud Sudan al quarto posto in Africa per tasso di suicidi
Il Sud Sudan - Paese dove Papa Francesco ha desiderato fortemente recarsi in visita lo scorso febbraio - è la nazione più giovane del mondo e registra il quarto più alto tasso di suicidi in Africa. Un quinto della sua popolazione è affetto o a rischio di sviluppare disturbi mentali. A denunciarlo è AMREF, l'organizzazione non governativa internazionale fondata nel 1957 e tutt'oggi attiva che si propone di migliorare la salute in Africa attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. "Decenni di conflitti e instabilità hanno avuto un effetto devastante sulla popolazione: la maggioranza dei Sud Sudanesi - precisa la onlus - affrontano quotidianamente numerose difficoltà dovute alla povertà, alla carenza di servizi di base, a sfollamenti improvvisi, ai cambiamenti climatici, all'insicurezza". Il malessere psicosociale è in questi casi assai diffuso. La comprensione e l’accettazione di questo genere di disturbi sono ancora estremamente limitate, sottolineano gli operatori che lamentano la pressoché inesistenza di servizi dedicati e la scarsità di disponibilità di personale qualificato per la diagnosi ed il trattamento.
Amref, capofila del corso per gestire il malessere psicologico
M(H)IND (Mental Health and Integration for Development) - finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dalla Fondazione Stavros Niarchos, rappresenta la prima iniziativa interamente dedicata all’espansione integrata di servizi di salute mentale a livello comunitario, primario e secondario, pienamente incorporata nel sistema sanitario locale. Jacopo Rovarini, operatore di Amref Health Africa e Coordinatore del Progetto M(H)IND, con cui è stata già realizzata la prima attività è coinvolto in un intervento psicologico sviluppato dall'OMS che mira a fornire competenze essenziali per meglio gestire lo stress e affrontare le avversità a coloro che si trovano in uno stato di malessere psicologico, e così prevenire un deterioramento del loro stato di salute mentale. Amref è capofila del corso, realizzato in collaborazione con Health Right International. "La salute mentale è parte integrante e fondamentale del benessere di ogni individuo, ad ogni latitudine", afferma. È pur vero che le prime sei cause di mortalità nel Paese sono rappresentate da malattie trasmissibili (infezioni respiratorie e gastro-intestinali, malaria, HIV/AIDS e tubercolosi) o condizioni materno-infantili (complicazioni neonatali), tuttavia la salute mentale, pur presente, non figura tra le principali cause di mortalità. Nel Paese si registra il quarto tasso più elevato di suicidi del continente africano.
Conflitti, deprivazione, violenza incidono sui disturbi mentali
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che in contesti come quello del Sud Sudan, caratterizzato da fenomeni pluriennali di conflitto, deprivazione e violenza di varie entità, oltre un quinto della popolazione soffra o sia a rischio di sviluppare disturbi psicologici, psichiatrici, comportamentali o neurologici. Ciononostante, questo ambito di assoluto rilievo sociale e di sanità pubblica non riceve la considerazione e gli investimenti che merita. "Purtroppo - spiega Rovarini inuna intervista diffusa da Amref - vi è estrema scarsità di specialisti, operatori qualificati e servizi dedicati alla salute mentale. Si contano solo quattro psichiatri (uno di recente formazione) e una trentina di psicologi tra gli oltre 12 milioni di sud sudanesi; un solo reparto di psichiatria, nella capitale Giuba; e meno di 1.000 pazienti con disturbi mentali gravi assistiti dal sistema sanitario nazionale all’anno". Il trend degli ultimi anni rileva che si è investito parte delle poche risorse disponibili col fine di preparare operatori sanitari più diffusi quali Clinical Officer e infermieri a diagnosticare e trattare i più comuni disturbi mentali, neurologici e dovuti all’abuso di sostanze, mediante la formazione di questo personale sulle linee guida mhGAP promosse dall’OMS.
Gli sforzi per superare lo stigma
Il fattore dello stigma, che si traduce in discriminazione ed emarginazione a vari livelli, è alimentato dalla mancata comprensione e consapevolezza di questi disturbi e dei loro effetti, dalla sottovalutazione della loro rilevanza, e da false superstizioni. Ciò produce la non accettazione del proprio malessere e la mancata ricerca di assistenza. Spesso si assiste ad una vera e propria reclusione e all'abbandono di queste persone presso gli istituti penitenziari in mancanza di infrastrutture. Il progetto M(H)IND, per quanto ambizioso, potrà solo avviare alcuni processi in un limitato numero di aree geografiche. "Ritengo però che l’iniziativa abbia il potenziale per dimostrare la bontà, la convenienza e l’efficacia di una serie di interventi potenzialmente replicabili ed estendibili a tutto il Paese", aggiunge l'operatore. La combinazione sinergica di attività di assistenza informale e comunitaria tramite interventi scientificamente validati come il Self-Help Plus, e di attività di gestione clinica dei disturbi psicologici, psichiatrici e neurologici presso le strutture sanitarie esistenti, permetterà ad Amref e al suo partner Caritas di mostrare la fattibilità e l’efficacia di un approccio disegnato per contesti semi-umanitari e con risorse finanziarie limitate".
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