Nagorno-Karabakh, la preoccupazione del Papa per sfollati e luoghi di culto
Vorrei rivolgere anche un particolare appello in favore della protezione dei Monasteri e dei luoghi di culto della regione. Auspico che a partire dalle autorità e da tutti gli abitanti possano essere rispettati e tutelati come parte della cultura locale, espressioni di fede e segno di una fraternità che rende capaci di vivere insieme nelle differenze.
Oltre centomila i profughi in Armenia
Le necessità dei rifugiati
“Terminata la fase iniziale dell’emergenza, l’importante è ora trovare ai profughi soluzioni abitative che non siano temporanee – continua Khodaveerdi – e per fare questo serve una grandissima organizzazione. C’è ancora bisogno di fondi affinché queste persone possano avere una vita dignitosa”. Un altro punto importante, spiega l’attivista armena, è quello relativo alla salute mentale: “La maggior parte di queste persone sono traumatizzate. Sono state sotto assedio per più di 9 mesi, avendo un accesso incostante e parziale a cibo, assistenza sanitaria ed energia elettrica. Successivamente sono state bombardate ed espulse dalle loro terre ancestrali”. Una delle maggiori difficoltà per le persone arrivate in Armenia è quella di fare i conti con il radicale cambiamento che subirà la loro vita, considerando che ben pochi nutrono speranze di tornare alle loro case. “Molti di loro sono spaesati, non sanno non sanno come continuare con la propria vita. Non tutti hanno la possibilità di appoggiarsi a delle famiglie e ai propri cari e devono inventarsi una nuova vita altrove da soli - prosegue Khodaveerdi – per questo la presenza degli psicologici è così richiesta ed importante”. Anche l’Unicef, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, aveva lanciato un appello in particolare per la salute psicologica dei minori del Nagorno-Karabakh.
La solidarietà internazionale
L’Onu ha inviato nella regione la prima missione di assistenza negli ultimi trent’anni. Anche tutta la rete delle Caritas, con in testa Caritas Armenia, è al lavoro nell’assistere i profughi, così come sta facendo anche l’associazione di Khodaveerdi, l'Armenian General Benevolent Union di Milano. “In questo preciso momento - conclude - siamo collaborando con una grandissima Ong internazionale, la World Central Kitchen, che ha aderito al progetto di aiuto ai profughi in Armenia e, insieme a lei, abbiamo distribuito più di 25.000 pasti”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui