Ancora razzi su Israele. Tel Aviv: imminente l’avvio delle operazioni nella Striscia
Stefano Leszczynski - Città del Vaticano
L'ordine di entrare a Gaza arriverà presto. L’annuncio dei vertici della difesa israeliani segue di poco l’arringa del premier Netanyahu ai militari della Brigata Golani, esortati a “combattere come leoni”. Nella notte sarebbero stati più di un centinaio gli obiettivi di Hamas colpiti da Israele a Gaza. Tra questi anche un esponente del comando navale dell'organizzazione, ritenuto da Israele corresponsabile dell'attacco dello scorso 7 ottobre e del massacro dei civili israeliani. L'esercito ha dichiarato di aver colpito inoltre un tunnel, depositi di armi e alcune centri operativi di comando. Neutralizzata anche un squadra di lanciatori di razzi di Hamas che aveva tentato di colpire un aereo.
Attacchi anche dal Libano e dallo Yemen
Lanci di razzi e colpi d’artiglieri sono arrivati nella notte anche dal sud del Libano, dove un giornalista è rimasto ucciso probabilmente durante i bombardamenti dei caccia israeliani sulla zona frontaliera. La tensione crescente in Libano ha spinto la casa Bianca a diramare un ordine di evacuazione per i cittadini statunitensi che si trovano nel Paese dei cedri. A sottolineare il rischio di un ampliamento del conflitto mediorientale c'è anche la notizia diffusa dal Pentagono dell’abbattimento di tre razzi partiti dallo Yemen da parte di un cacciatorpediniere statunitense operante nel Mar Rosso settentrionale.
Incerta l’apertura del valico di Rafah
L’alto livello di tensione internazionale e la preparazione delle operazioni di terra da parte di Israele rendono incerta l’apertura del valico di Rafah, inizialmente accordata dall’Egitto per consentire l’ingresso nella Striscia di Gaza dei convogli umanitari. Ieri al Cairo l’incontro tra il presidente al-Sisi e Abdallah II di Giordania per condannare quella che è stata definita una punizione collettiva della popolazione palestinese della Striscia e che rischia di trascinare l’intera regione verso la catastrofe.
L’emergenza umanitaria
Al quattordicesimo giorno di combattimenti l’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza è più grave che mai e gli aiuti alimentari e medici provenienti da tutto il mondo restano bloccati negli aeroporti internazionali. Secondo fonti palestinesi il bilancio delle vittime dei bombardamenti è salito a oltre 3.800 morti, di cui almeno 1.500 sarebbero bambini, oltre 12.000 i feriti. Colpita dai bombardamenti anche una chiesa greco-ortodossa nel centro di Gaza provocando morti e feriti tra le persone che erano sfollate e cercavano rifugio.
Le iniziative diplomatiche
Il premier britannico, Rishi Sunak, è oggi in Egitto per colloqui sulla situazione in Israele e a Gaza. Il suo ufficio, citato dalla Bbc, ha fatto sapere che Sunak discuterà "dell'imperativo di evitare un'escalation regionale ed evitare un'ulteriore perdita non necessaria di vite civili". Ieri, dopo avere fatto visita a Israele dove ha incontrato il premier Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog, il britannico si è recato in Arabia Saudita dove, in un incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman, ha chiesto a Riad di usare la sua influenza per sostenere la stabilità nella regione ed evitare un estendersi del conflitto. Al Cairo arriverà nelle prossime ore anche l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Borrell per un summit sul processo di pace palestinese.
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