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Gaza, civili in fuga verso luoghi sicuri Gaza, civili in fuga verso luoghi sicuri 

L'Unrwa chiede l’apertura immediata di corridoi umanitari a Gaza

Dopo l’ultimatum dell’esercito israeliano, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sposta il suo centro operativo nel sud della Striscia. Intanto, la direttrice per l’Europa dell’organismo, Marta Lorenzo, racconta la sofferenza della popolazione palestinese

Sebastián Sansón Ferrari e Luana Foti -  Vatican News

Gaza "sta rapidamente diventando un inferno" e "l'ordine di evacuazione è orrendo", Philippe Lazzarini, commissario dell'Unrwa, Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, critica l'ordine impartito da Israele ai civili che si trovano nel nord di Gaza di evacuare, oltre un milione di persone costrette a lasciare tutto. Ciò, spiega Lazzarini, "porterà solo a livelli di miseria senza precedenti e spingerà ulteriormente la popolazione di Gaza nell'abisso"; portata e velocità della crisi umanitaria in corso, sono le sue parole, "sono agghiaccianti. Gaza sta rapidamente diventando un inferno ed è sull'orlo del collasso". L'Unrwa, che ha confermato la morte di 12 persone, a seguito dell'ultimatum israeliano ha deciso di spostare il suo centro operativo e il personale internazionale a sud della Striscia, lanciando allo stesso tempo un accorato appello per raccogliere 104 milioni di dollari. La direttrice per l’Europa dell’UNRWA, Marta Lorenzo, riferisce che alla popolazione manca “praticamente tutto”: acqua potabile, cibo, un tetto, sicurezza per oltre 250.000 persone che cercano protezione nei rifugi dell’ente nella devastata Striscia di Gaza.

Ascolta l'intervista in lingua originale a Marta Lorenzo

Aprire i corridoi umanitari

Un altro importante problema è la mancanza di elettricità, da quando l’unico impianto elettrico che esisteva nella zona ha smesso di funzionare aggiungendo moltissime complicazioni alle operazioni di soccorso. “C’è una sofferenza indescrivibile, famiglie intere sono terrorizzate” afferma Lorenzo, aggiugendo che le persone sono alla costante ricerca di un riparo. Affinché l'Unrwa possa arrivare nei luoghi in cui serve il suo aiuto è necessario che vengano aperti i valichi di frontiera. Prima che questa crisi iniziasse, continua, la popolazione era molto povera e circa l’80% dipendeva dagli aiuti umanitari. Ad oggi quindi non si tratta solamente di rispondere alle necessità del momento, ma di continuare a fornire approvvigionamenti a una società già vulnerabile, la cui realtà si è aggravata. Allo stesso tempo si chiede alla comunità internazionale di unire le forze "per far finire questa violenza" e di aprire corridoi umanitari in maniera immediata, affinché si possa continuare il lavoro. Di fronte a ciò che sta accadendo, Marta Lorenzo si unisce alla preoccupazione espressa dal Papa per la terribile situazione in atto, in particolare di fronte all'assedio totale nel quale vivono i palestinesi di Gaza.

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13 ottobre 2023, 12:38