Gaza, 450 persone evacuate attraverso Rafah. Blinken in Israele
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Ha riaperto ieri il valico di Rafah, che mette in comunicazione la Striscia di Gaza con l'Egitto. Circa 450 persone sono potute uscire dalla regione, mentre è stato consentito l'ingresso di ambulanze e di beni di prima necessità. L'iniziativa è stato il frutto di un intenso negoziato tra Egitto, Israele e Hamas, in coordinamento con gli Stati Uniti e la mediazione del Qatar che per questo ha anche ricevuto i ringraziamenti del presidente americano Joe Biden: da ieri, anche se non si sa per quanto, il valico di Rafah è aperto per consentire l’allontanamento da Gaza di cittadini stranieri e feriti. Alle autorità egiziane, che si sono impegnate nella trattativa, è andato, invece, il ringraziamento della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Attesa per la visita del segretario Usa Blinken
C’è attesa per la visita di domani in Israele del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, alla vigilia del suo secondo tour nella regione dall’inizio del conflitto. Blinken visiterà, infatti, diversi Paesi della regione, tra cui la Giordania. A Tel Aviv il segretario di Stato americano incontrerà il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Tra i temi di discussione in programma: il rispetto delle leggi di guerra e la garanzia dell’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, ma anche il futuro della Striscia, a partire da una progressiva eliminazione di Hamas e magari con un rafforzamento dell’Autorità nazionale palestinese, come accennato dallo stesso Blinken in una recente audizione al Senato.
L’assedio di Gaza e le bombe sul campo di Jabalia
Prosegue, sul terreno, l’assedio israeliano di Gaza City, ormai circondata su tre lati e dove si è verificato un secondo blackout. Le forze di Difesa israeliane hanno fatto sapere di aver sfondato il fronte di Hamas nel nord della Striscia e di aver ucciso il capo dell’unità missilistica anticarro di Hamas. Sarebbero continuati, sempre nel nord, gli attacchi contro il campo profughi di Jabalia, con l'obiettivo ufficiale di scovare due capi di Hamas. Si tratta del terzo attacco in pochi giorni che porterebbe a circa 200 il bilancio complessivo delle vittime nell’area. E proprio sulla vicenda dei bombardamenti a Jabalia, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha avvertito che, “dato l'elevato numero di vittime civili e l'entità della distruzione a seguito degli attacchi aerei israeliani sul locale campo profughi, si teme seriamente che si tratti di attacchi sproporzionati che potrebbero essere considerati crimini di guerra”. Nuovi scontri, infine, si sono registrati stanotte al confine con il Libano, dove Hezbollah ha affermato di aver abbattuto un drone israeliano.
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