Gaza, Israele estende le operazioni militari nel nord della Striscia
Luca Collodi - Città del Vaticano
Almeno otto persone sarebbero morte per l’attacco israeliano sull'ospedale Indonesiano, nel nord di Gaza. Mentre sembra più vicino un accordo per la liberazione degli ostaggi, Pechino riceve i Paesi arabo-musulmani e si dice pronta a "lavorare per la pace". In Italia, intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca oggi, 20 novembre, il Consiglio Supremo di Difesa italiano per informative sul Medio Oriente.
La guerra
A Gaza, alcuni ostaggi rapiti da Hamas sono stati portati nell’ospedale di al Shifa, sotto il quale sono stati scoperti un tunnel e una sala comando dei miliziani. Oltre cento terroristi, arrestati negli ultimi giorni nella Striscia, sono stati invece portati in Israele per essere sottoposti a interrogatori. Tra questi, ha spiegato l'esercito israeliano, anche "tre membri di Hamas che hanno preso parte al massacro del 7 ottobre". Le forze israeliane hanno intanto "esteso" le operazioni contro Hamas nel nord della Striscia, in un contesto di trattative volte a liberare gli ostaggi detenuti dal movimento islamista in cambio di una tregua negli scontri. Ieri sera sono scoppiati violenti combattimenti nel centro di Gaza City, con i carri armati israeliani che hanno sparato in risposta ai lanciarazzi dei combattenti palestinesi. L'esercito israeliano ha dichiarato di continuare a "estendere le sue operazioni in nuove aree della Striscia di Gaza". Cinque soldati sono stati uccisi, portando a 64 il numero di soldati di Tel Aviv morti dall'inizio della guerra. Il Comando militare israeliano, nel frattempo, ha emesso nuovi regolamenti secondo i quali l'attività scolastica a Tel Aviv e in altre città nell'area del centro del Paese può tornare a funzionare normalmente. Ciò significa che le scuole possono riaprire anche se non hanno accesso per tutti gli studenti a un rifugio in caso di lancio di razzi.
La diplomazia
Sul fronte internazionale, la Cina si è detta disposta a lavorare per aiutare a "ristabilire la pace in Medio Oriente il prima possibile" e "per raffreddare rapidamente la situazione a Gaza". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Wang Yi, nel discorso di apertura ieri, 19 novembre, a Pechino in occasione dell'incontro con una delegazione di diplomatici provenienti da Paesi arabi e a maggioranza musulmana. Sul fronte dell’accordo sui prigionieri, Hamas afferma che già oggi potrebbe scattare una tregua ma Israele smentisce. Intanto per la Guida Suprema dell'Iran "i Paesi musulmani devono interrompere i rapporti politici" con Israele "almeno per un periodo di tempo limitato".
Mar Rosso
Quanto agli attacchi, i ribelli huthi dello Yemen hanno attaccato nel Mar Rosso una nave mercantile legata ad un uomo d'affari israeliano e ne hanno preso il controllo. Si tratta della nave da trasporto "Galaxy Leader", britannica e gestita da una compagnia giapponese, con a bordo 22 membri di equipaggio. Il dirottamento è "un atto terroristico", ha denunciato l'ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in una nota che condanna l'attacco alla nave internazionale, puntando il dito contro l'Iran. "Il dirottamento della nave creerà ripercussioni internazionali legate alla sicurezza delle rotte marittime globali", ha avvertito il premier.
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