Le truppe israeliane entrano nel parlamento di Gaza
Marco Guerra – Città del Vaticano
L’immagine delle truppe della Brigata Golani in posa tra gli scranni della presidenza del parlamento di Gaza City dimostrano un’effettiva avanzata dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
“Hamas non controlla Gaza”
Lunedi sera, mentre sui social ribalzava la foto, il ministro della Difesa, Yoav Gallant, dichiarava che "Hamas ha perso il controllo di Gaza, che non ha la forza di fermare l'esercito e che i civili fuga saccheggiano le loro basi perché non hanno più fiducia nel governo”. Intanto si continua a combattere anche intorno ad alcuni ospedali trasformati in roccaforti di Hamas e dove la situazione umanitaria è ormai al collasso. L’esercito israeliano riferisce che negli ultimi scontri all’ospedale di al Quds ha ucciso 21 miliziani e che ha fornito 300 litri di carburante all’ospedale di al Shifa assediato e intorno al quale ci sono intesi combattimenti. Il bilancio dei morti sale infatti anche tra le truppe israeliane: 46 i soldati uccisi nelle operazioni a Gaza.
Scontri anche in Cisgiordania
L’Onu annuncia la morte di un'altra dipendente e avverte che entro 48 ore potrebbero cessare le operazioni umanitarie a causa della mancanza di carburante. La tensione cresce anche in Cisgiordania: cinque palestinesi, tra i 21 e i 29 anni, hanno perso la vita in scontri con l’esercito israeliano, nell'area di Tulkarem. Permane il pericolo di un allargamento del conflitto, con il re di Giordania Abdullah che avverte: le continue “violazioni” israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme potrebbero “spingere la regione verso un'esplosione”.
Si tratta per gli ostaggi
Infine secondo il Washington Post, che cita anonime fonti israeliane di “alto livello”, sarebbe vicino un accordo che prevede il rilascio di una parte degli ostaggi israeliani a Gaza in cambio della liberazione di detenuti. L'accordo prevederebbe che le donne e i bambini israeliani siano rilasciati in gruppi, contemporaneamente alle donne e ai giovani palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Da giorni si moltiplicano ipotesi e retroscena sul rilascio degli ostaggi su numerosi media internazionali.
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