Medio Oriente, Hamas conferma trattative per la liberazione di 12 ostaggi
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Una fonte vicina ad Hamas ha confermato questa sera le trattative in corso per la liberazione di 12 ostaggi, di cui 6 americani, in cambio di tre giorni di tregua per concedere all'Egitto un periodo di tempo prolungato per fornire aiuti umanitari. Secondo la tv pubblica israeliana Kan, Abu Obeida, il portavoce delle Brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas a Gaza avrebbe dichiarato che “la strada unica ed evidente per la liberazione degli ostaggi è un accordo che preveda lo scambio di prigionieri totale o parziale".
Usa: a Gaza ne’ Hamas, ne’ Israele
Gli Stati Uniti intanto precisano: “Sappiamo cosa non vogliamo vedere a Gaza dopo il conflitto. Non vogliamo vedere Hamas al comando. Non vogliamo vedere una rioccupazione da parte di Israele”. Lo ha detto alla Cnn il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, John Kirby: “quello che vedremo, quello che vogliamo vedere”, ha aggiunto, “lo stiamo ancora scoprendo”.
Von der Leyen per un’unica autorità palestinese
Da parte sua la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen precisa le sue priorità per un piano politico successivo alla guerra in Medio Oriente: “Gaza non può essere un rifugio per i terroristi e non può essere governata dalle organizzazioni terroristiche. Ci deve essere un'unica autorità palestinese. Non ci deve essere alcuna presenza di lungo termine di Israele per la sicurezza di Gaza, il territorio di Gaza non può essere amputato o ridotto. Allo stesso tempo non ci può essere uno sfollamento forzato dei palestinesi”.
Nato: crisi non diventi regionale
Il diritto di Israele a difendersi nell'ambito del diritto internazionale è stato ribadito dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg secondo il quale “i civili devono essere protetti”: “gli Alleati sostengono le pause umanitarie per permettere che gli aiuti arrivino a Gaza. È importante che questa crisi non si sviluppi in un conflitto regionale. Iran e Hezbollah e altri gruppi non devono operare per l'escalation”.
Onu: mai tanti bambini morti in guerra
Parlando a Reuters Next il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres denuncia invece le “violazioni da parte di Hamas quando usa scudi umani”. Quindi guardando al numero di civili stati uccisi durante le operazioni militari osserva: “c’è qualcosa che è chiaramente sbagliato”. Secondo Guterres “è anche importante far capire a Israele che è contro i suoi interessi vedere ogni giorno la terribile immagine dei drammatici bisogni umanitari del popolo palestinese. Inoltre il segretario generale delle Nazioni Unite paragona il numero di bambini uccisi a Gaza con il bilancio dei conflitti nel mondo di cui da conto ogni anno al Consiglio di Sicurezza Onu. “Ogni anno, il numero più alto di uccisioni di bambini da parte di qualsiasi attore in tutti i conflitti a cui assistiamo è al massimo di centinaia, mentre in pochi giorni a Gaza abbiamo migliaia e migliaia di bambini uccisi, il che significa che c'è anche qualcosa di chiaramente sbagliato nel modo in cui vengono condotte le operazioni militari”.
Netanyahu convoca incontro urgente per escalation
Oggi il ministero della Sanità di Hamas ha fornito il nuovo bilancio delle vittime nella Striscia: 10.569. Stamani il premier israeliano Netanyahu ha convocato un incontro urgente con i dirigenti degli insediamenti ebraici in Cisgiordania “alla luce degli avvertimenti dei responsabili alla sicurezza per la grave escalation in atto”.
(ultimo aggiornamento ore 19:00 di mercoledì 8 novembre 2023)
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