Stretta dell’Ue sui trafficanti di esseri umani, c'è l'accordo tra 57 Paesi
Marco Guerra e Leone Spallino– Città del Vaticano
I rappresentanti di 57 Paesi, dall'Europa al Sud-Est asiatico, dal Nord Africa ai Balcani, si sono riuniti martedì 28 novembre a Bruxelles per la Conferenza di Alto livello per contrastare il traffico di esseri umani, convocata dalla Commissione Europea.
Più poteri a Europol
A margine di questa giornata di lavori, l'esecutivo Ue ha adottato con procedura scritta due testi, che dovranno ora essere approvati dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Il primo è un regolamento sul rafforzamento della cooperazione di polizia in relazione alla prevenzione, all'individuazione e alle indagini sul traffico di migranti e sulla tratta di esseri umani. In questa cornice avrà un ruolo chiave l’Europol, che sarà messa in condizione di lavorare più a stretto contatto con la giustizia, anche per lo scambio di dati, e che avrà la possibilità di intervenire sul campo, sia negli Stati membri che nei Paesi terzi. Il secondo testo aggiorna la direttiva, risalente a ventuno anni fa, che stabilisce le norme contro chi facilita l'ingresso, il transito e il soggiorno di persone migranti non autorizzate nell'Unione. Saranno poi armonizzate le sanzioni: i casi di reati aggravati - che causano la morte di una o più persone - saranno punibili con un livello massimo di reclusione di almeno quindici anni, aumentato dagli attuali otto previsti dalla legislazione esistente.
La collaborazione con l’Italia
Dalla visita di settembre a Lampedusa, "siamo riusciti a migliorare la situazione lavorando duro su un piano in dieci punti. Abbiamo unito le forze con l'Italia, le agenzie Onu e la Tunisia", ricorda la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen. “Il miglior modo di salvare vite è evitare che queste persone intraprendono quel viaggio", ha spiegato ancora la leader. L'Italia è stato uno dei Paesi sotto i riflettori del vertice, perché più esposto ai primi arrivi ed è quello che ha sollevato di più la questione migratoria in ambito europeo. Oltretutto il governo di Roma resta un osservato speciale per il recente accordo con l'Albania, definito dalla Commissione UE non in contrasto con il diritto Ue, perché al di fuori di esso.
Secondo Gianfranco Schiavone, giurista, esperto di immigrazione e presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, "in chiusura di questa legislatura europea non ci sono i tempi tecnici per presentare queste riforme: si tratta di annunci sul futuro". Sull'utilizzo di Europol , secondo Schiavone "c’è bisogno di un mandato molto rigoroso controllato da parte delle istituzioni dell'Unione Europea, compreso naturalmente il Parlamento, perché si va ad incidere su diritti fondamentali: le azioni riguardano persone che abitano all'estero e non sono cittadini dell'Unione Europea, ma nei loro confronti si esercitano poi di fatto delle azioni e quindi c'è una responsabilità non soltanto morale, ma anche giuridica da parte delle istituzioni europee". Inoltre a proposito del rischio che questo annuncio di una “alleanza globale” contro i trafficanti possa colpire interi popoli migranti che ad oggi non possono ricorrere a vie legali di fuga il giurista fa notare come negli ultimi anni il contrasto al traffico internazionale abbia invece sempre più avuto "il sapore di ciò che è invece tassativamente proibito dal punto di vista giuridico e morale, ovvero il contrasto alle persone, ai migranti e non ai trafficanti". "Le organizzazioni criminali prosperano sulle mancanze politiche e normative dell'Unione Europea, sia sul versante asilo sia sul versante migrazioni".
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