Guerra in Ucraina, l'Europa frena sugli aiuti militari
Silvia Giovanrosa e Marco Guerra – Città del Vaticano
“La situazione sul campo di battaglia è difficile e questo ci deve spingere ancora ad aiutare l’Ucraina”, ha detto Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato, arrivato ieri, martedì 14 novembre, a Bruxelles per un vertice del Consiglio Difesa Ue, dove si discuterà della protezione delle infrastrutture critiche in Ucraina. Per la Nato è necessario continuare ad aiutare Kyiv, affichè arrivi a dei possibili negoziati con la Russia, mantenendo una posizione il possibile vantaggiosa. Dall’Europa, tuttavia, arrivano notizie di uno stop dei rifornimenti militari all’esercito di Kyiv. L' Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrel, ha annunciato che non sarà possibile rifornire l’esercito ucraino con il milione di euro in munizioni promesso per la fine di marzo 2024. Anche dalla Slovacchia arriva lo stop agli aiuti militari, lo ha annunciato ieri il ministro della Difesa di Bratislava alla Nato. Il governo slovacco tuttavia continuerà a sostenere l’Ucraina con aiuti umanitari e tecnici. Dall’Ungheria, che si dice contraria allo sblocco di aiuti militari, arriva anche un netto no ad un nuovo pacchetto di sanzioni per Mosca, proposte dall’Unione Europea.
L’aiuto degli Stati Uniti
Il capo della diplomazia americana, Antony Blinken ha accolto, invece, le preoccupazioni del direttore dell’ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, per il prossimo inverno, quando si presume aumentino gli attacchi missilistici russi alle infrastrutture essenziali ucraine. Blinken ha rassicurato Yermak sul sostegno degli Stati Uniti, che collaboreranno per rafforzare le infrastrutture prima dell’inverno.
Putin annuncia elezioni nelle zone occupate
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato, nella giornata di ieri, una legge che apre la strada alle elezioni presidenziali anche nelle zone occupate dell’Ucraina. Putin potrebbe annunciare nelle prossime settimane che si candiderà come presidente per la quinta volta. Le elezioni presidenziali previste per il prossimo marzo, si svolgeranno ugualmente anche nelle regioni occupate del Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, dove è ancora in vigore la legge marziale. Putin ha ribadito che queste quattro regioni saranno annesse alla Russia.
Capannini (operazione colomba): percepiamo meno interesse per l’Ucraina
“La grande paura quando è scoppiata la guerra in Medio Oriente è che ci fosse un tramonto dell’interesse per le sorti dell’Ucraina è questo si è purtroppo verificato”, racconta a Vatican News, Alberto Capannini, responsabile di Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII -una delle realtà più attive nella Carovana per la Pace - che opera in particolare nelle città di Mykolaiv e Kherson, sul fronte meridionale del conflitto. “L’altro grande problema – prosegue – è che non c’è stato alcun progresso dal punto di vista miliare, il conflitto è diventato una guerra di trincea con migliaia di morti da entrambi gli schieramenti mentre proseguono i bombardamenti sui civili, solo pochi giorni fa Kherson è stata colpita 69 volte in 24 ore”.
Colpiti le infrastrutture civili
Capannini si sofferma poi sulla situazione umanitaria: “A Mykolaiv non c’è acqua corrente, circa 300mila persone devono fare la fila alle cisterne che arrivano da Odessa”. Il responsabile di Operazione Colomba spiega che l’acquedotto è bombardato dai russi ed ogni volta che si tenta di ripararlo muoiono delle persone. “La paura è che si passi un altro inverno al buio e al freddo – sottolinea – perché vengono colpite le infrastrutture civili”. Oltretutto con il prolungarsi della guerra Capannini denuncia una diminuzione degli aiuti umanitari. “Non ci sono passi verso la soluzione del conflitto”, ribadisce l’esponente della Giovanni XXIII, “è impressionate la mancanza di proposte politiche, l’unico dibattito è armi sì o armi no”.
Arruolamenti forzati su entrambi i fronti
Infine Capannini racconta che gli ucraini stanno estendendo la leva obbligatoria anche alle donne e che c’è il rischio di essere arruolati quando si esce per strada; “anche i russi stanno facendo una coscrizione molto estesa perché servono nuove forze al fronte”, “stime non ufficiali riferiteci da persone che conosciamo – conclude – parlano di 200mila morti nelle file ucraine e 250mila tra i russi, è una cifra altissima per un anno e mezzo di guerra”.
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