Medio Oriente, allarme dell'Oms: a Gaza sanità al collasso
Roberta Barbi – Città del Vaticano
L’offensiva israeliana prosegue nella Striscia di Gaza e si spinge sempre più a sud: le truppe corazzate hanno ormai occupato il centro di Khan Younis, dove si troverebbero le case d’infanzia di due importanti leader di Hamas. Gli scontri stanno impedendo l’arrivo di aiuti nell’area dove si concentra la maggior parte degli sfollati provenienti dal nord nonostante l’ordine di evacuazione. Secondo le stime delle Nazioni Unite, circa l’80% della popolazione di 2.3 milioni di persone è dovuta fuggire dalle proprie case a causa della guerra.
Khan Younis come Gaza City
I combattimenti si stanno concentrando nell’area di Khan Younis e si stanno intensificando come già aera avvenuto a Gaza City, dove la situazione resta drammatica senza l’arrivo di acqua, cibo e altri rifornimenti. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, parlando di Gaza ha detto che la situazione della sanità locale è “in ginocchio e vicino al collasso”. Intanto negli scontri delle ultime ore hanno perso la vita altri due soldati israeliani: sale così a 86, secondo l’Idf, il numero delle vittime militari israeliane rimaste sul campo durante l’offensiva contro Hamas.
Netanyahu: non tutti gli ostaggi torneranno a casa
E a due mesi esatti dai rapimenti di Hamas, in un doloroso colloquio con i familiari, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso che “non sarà possibile riavere tutti gli ostaggi”. Sono ancora decine, infatti, i sequestrati ancora nelle mani di Hamas, rapiti il 7 ottobre scorso. Il premier ieri si è anche pronunciato su quello che sarà il futuro secondo lui della Striscia di Gaza: “Finché sarò premier, l’Autorità nazionale palestinese non governerà gaza”, ha detto.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui