Gaza: l'esercito israeliano avanza a sud. Oltre 16 mila le vittime palestinesi
Michele Raviart - Città del Vaticano
Continua l’avanzata israeliana a Gaza. Dopo la ripresa degli attacchi, al termine della tregua del primo dicembre scorso, l’esercito è arrivato a Khan Younis, nel sud della Striscia, in quello che è stato il più intenso giorno di combattimenti delle ultime cinque settimane. Le forze israeliane stanno combattendo anche nel campo profughi urbano di Jabalia, a nord ea Shuja’iyya, a est.
L'Onu: sta per prepararsi uno scenario ancora più infernale
Il numero di morti palestinesi, intanto, ha superato i sedicimila, secondo la coordinatrice umanitaria dell’Onu, Lynn Hastings, 700 dal primo dicembre scorso. “Le condizioni necessarie per portare aiuti alla popolazione di Gaza non esistono”, ha aggiunto, “se possibile, sta per aprirsi uno scenario ancora più infernale”. Ha aggiornato il bilancio delle vittime anche l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati palestinesi. Con i 19 uccisi negli ultimi giorni il numero degli operatori morti è arrivato a 130. “È impossibile realizzare aree sicure a Gaza”, ha spiegato il portavoce dell’Unicef James Elder.
Netanyahu: impossibile riportare indietro tutti gli ostaggi
Sono 138 gli ostaggi israeliani che rimangono nelle mani di Hamas, secondo l’ufficio del premier Netanyahu, che ha ricevuto in un incontro definito “molto teso” le famiglie dei rapiti. “Allo stato attuale, non è possibile riportarli tutti indietro"”, ha affermato, “Qualcuno può davvero pensare - ha aggiunto - che se questa fosse un'opzione qualcuno la rifiuterebbe?". Secondo le famiglie, tuttavia il premier non "avrebbe risposto alle domande" limitandosi a leggere un testo già pronto. Sale a 82, sul terreno, il numero di soldati israeliani morti dall’inizio della guerra.
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