Intesa sulle nuove regole del Patto di Stabilità europeo, “debito più sostenibile”
Marco Guerra – Città del Vaticano
L’Econfin, la riunione dei ministri delle finanze dei 27 Paesi Ue, in meno di due ore ha suggellato l’intesa raggiunta tra Francia, Germania e Italia sul nuovo patto di stabilità. Le parole chiave indicate dai leader europei sono “spirito di compromesso” per nuove regole fiscali definite "realistiche, equilibrate e adeguate alle sfide del presente e del futuro".
I punti salenti del Patto
I principi dell'intesa restano quelli del Trattato di Maastricht con le soglie, da non superare, del 3% del Pil per il deficit e il 60% per il debito, ma i piani di rientro per i Paesi che sforano sono più morbidi e tutelano gli investimenti per la crescita. In altre parole si tratta di un patto per un debito più sostenibile. I piani di rientro del deficit durano dai quattro ai sette anni, ma la velocità della correzione può cambiare: un governo, è la novità dell'ultima ora, può concordare una traiettoria tecnica che non blocchi gli investimenti, fatti anche per la difesa, e tenga conto dell'aumento degli interessi, secondo un modello molto simile a quello usato dall'esecutivo europeo con il Pnrr. I Paesi con un debito superiore al 90% del Pil lo dovranno ridurre di un punto percentuale annuo durante il periodo di aggiustamento; i Paesi con un debito compreso tra il 60% e il 90% dovranno ridurlo dello 0,5%.
Soddisfazione a livello europeo
Il commissario Europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato il contributo decisivo dell’Italia che ha ieri ha sciolto le riserve sull’intesa. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, sostiene che “ci sono regole più realistiche di quelle attualmente in vigore". "L'Italia ha ottenuto molto – ha aggiunto - e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il Paese". L’Olanda, che è capofila dei cosiddetti Paesi frugali, ovvero quelli che vogliono politiche più rigide dei conti pubblici, ritiene che è un Patto “per un debito sostenibile”, ma che ribadisce l’importanza delle regole. Dopo l'accordo dell'Ecofin la partita prosegue a gennaio al Parlamento Europeo che dovrà approvare il testo e poi confrontarsi con Consiglio e Commissione europei. "Non c'è tempo da perdere", ha avvertito il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ribadendo la priorità di Bruxelles: chiudere sul Patto in maniera definitiva prima di aprile.
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