Marcia per la pace ad Assisi con lo sguardo al Medio Oriente
Michele Raviart e Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Nel pomeriggio, alle 14.30, la partenza della Marcia della Pace promossa dalla Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace e dalla Coalizione AssisiPaceGiusta. L’iniziativa cade nella Giornata mondiale dei Diritti Umani, in occasione del 75.mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948-2023) e guarda alla guerra in Medio Oriente. Si chiede dunque lo stop immediato al conflitto tra Israele e Hamas, la protezione dei civili, la liberazione degli ostaggi e perché si lavori per arrivare alla soluzione di due Stati per due popoli, con stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza.
Costruttori di pace
La marcia è preceduta dall’incontro nazionale dei costruttori di pace, presso la Domus Pacis a Santa Maria degli Angeli, con gli interventi tra gli altri di una donna israeliana e una palestinese, di Andrea De Domenico, direttore dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari nei Territori Palestinesi Occupati (OCHA). Forte il suo appello lanciato nei giorni scorsi: “A Gaza - ha spiegato - ci sono bambini, donne e uomini che sono impotenti perché sono in una gabbia”. Ha poi aggiunto che ci sono due milioni di persone in gravissimo pericolo e ha chiesto ampia partecipazione per la marcia e per “cambiare il destino” di queste persone.
Lotti: “L’unica via ora è la pace”
“Voglio ringraziare Papa Francesco per la cura dell’umanità ferita e tradita da una larga parte della politica, un’umanità sofferente che è sotto le bombe, sotto l’incudine di un potere economico che non guarda in faccia i diritti di nessuno”. Così al microfono di Vatican News - Radio Vaticana Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, raggiunto mentre è in corso la Marcia di Assisi. “L’impegno del Papa – aggiunge - è davvero un punto di riferimento, una luce straordinaria per l’umanità intera. Siamo qui per fare i conti con le nostre responsabilità e chiediamo a gran voce che in Terrasanta possano nascere due stati per due popoli, capaci di vivere insieme. Dopo la fine della seconda guerra mondiale i nostri padri hanno davvero posto le basi per la costruzione di un mondo migliore, noi dobbiamo oggi ricostruire quella volontà politica e collettiva di tracciare una strada nuova, di trasformare questo futuro terribile che incombe in un futuro migliore per tutti”. Per Lotti che guarda a quanto sta accadendo tra Israele e Hamas, “il dramma è adesso, la pace è l’unica via che oggi possiamo seguire per mettere fine a questa carneficina”.
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