Gaza, ancora vittime per i raid. Recuperati altri corpi di israeliani
Marco Guerra – Città del Vaticano
I combattimenti fra le macerie di Gaza si stanno rivelando sempre più uno stillicidio, con le Nazioni Unite che nei giorni scorsi hanno definito la situazione "un inferno". Questa mattina l'esercito israeliano ha annunciato la morte di altri due soldati, sottolineando che sale così a 117 il bilancio dei militari uccisi nell'offensiva di terra. Sempre stamani le forze di difesa hanno riferito di aver recuperato il corpo di Elya Toledano, ostaggio franco israeliano rapito il 7 ottobre durante il rave. Proseguono intanto i bombardamenti: ieri, giovedì 14 dicembre, altri 10 palestinesi sono morti al centro della Striscia, per un totale di 18.780 vittime dall’inizio delle operazioni israeliane, secondo quanto riportano fonti palestinesi.
Gli Usa chiedono una nuova fase
Intanto Hamas fa sapere che i tunnel sono stati progettati per resistere anche all’acqua, commendato le indiscrezioni secondo cui l’esercito israeliano si appresta ad allagare la rete di cunicoli che protegge i miliziani palestinesi. E al momento, sul fronte diplomatico, non si vedono spiragli per una trattativa. Nelle scorse ore il consigliere alla Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha detto al premier israeliano Benjamin Netanyahu che è necessaria nel giro di "settimane e non di mesi" una transizione dalla fase di alta intensità della guerra "alla prossima fase a più bassa intensità", una indicazione che ha visto la reazione Il premier israeliano ha risposto che le operazioni andranno avanti fino all’eliminazione di Hamas e al rilascio di tutti gli ostaggi. "Entrambe le parti hanno ribadito il loro impegno per il rilascio di tutti i rapiti rimasti a Gaza", spiega una nota dell’ufficio del premier israeliano dopo l’incontro con la delegazione Usa. "Parallelamente al raggiungimento di questi obiettivi, abbiamo continuato a discutere sugli aiuti umanitari per la popolazione non coinvolta", si legge ancora nel comunicato. Sullivan oggi sarà a colloquio con il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, a Ramallah, in Cisgiordania. Lo rende noto la Cnn citando un funzionario americano secondo il quale Sullivan ''discuterà l'impegno in corso per promuovere la stabilità in Cisgiordania, anche attraverso gli sforzi per contrastare il terrorismo, il sostegno alle forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese'' oltre alle ''iniziative per ritenere i coloni estremisti responsabili della violenza contro i palestinesi''.
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