Gaza, forti speranze per una nuova tregua
Michele Raviart – Città del Vaticano
"Israele è pronto per un'altra pausa umanitaria e per ulteriori aiuti umanitari al fine di consentire il rilascio degli ostaggi", aveva detto agli ambasciatori il presidente israeliano Herzog. Un’indiscrezione che trova conferma sulla Cnn e sul Jerusalem Post: almeno una settimana di tregua in cambio della liberazione di 40 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. La proposta israeliana sarebbe già stata consegnata al Qatar, che farà da mediatore, mentre il leader di Hamas, Haniyeh, si recherà in Egitto per discuterne.
Prosegue l’operazione di terra
Sul terreno continuano i bombardamenti. Almeno otto persone sono morte e altre 34 sono rimaste ferite in un raid israeliano su Deir al-Balah, riferisce la Mezzaluna Rossa, mentre i morti palestinesi sono ormai quasi 20 mila. L’avanzata israeliana si espanderà nei prossimi giorni, ha detto il ministro della difesa Gallant, per continuare l’opera di neutralizzazione delle basi di Hamas. “Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, è diventata di fatto la nuova capitale del terrorismo”, ha affermato il capo del dicastero.
Attesa per il voto dell’Onu
Intanto continuano i negoziati sulla risoluzione da approvare all’Onu. Nella bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti si chiede la sospensione delle ostilità. Il voto in sede di Commissione sarebbe dovuto già avvenire, ma l’ennesimo rinvio fa pensare che non ci sia accordo soprattutto tra i Paesi membri permanenti, che, grazie al diritto di veto, possono far naufragare qualsiasi iniziativa di pace.
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