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Droni israeliani al confine con la Striscia di Gaza Droni israeliani al confine con la Striscia di Gaza

Medio Oriente, colpito un centro dell’Onu a Gaza

È di almeno 9 morti e 75 feriti il bilancio dell’attacco di ieri a un centro dell’Agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente a sud di Gaza che ospitava circa 800 sfollati. Il monito degli Usa: Israele protegga i civili

Roberta Barbi – Città del Vaticano

“Israele ha diritto a difendersi, ma ha anche la responsabilità di proteggere i civili, compreso il personale e i siti umanitari”. Questa la raccomandazione arrivata degli Stati Uniti dopo che ieri sera un attacco israeliano ha colpito un centro dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi nel sud, uccidendo almeno 9 persone e ferendone 75, ma si tratta di un bilancio destinato a salire perché nell’edificio colpito è divampato un incendio e non è stato possibile avvicinarsi per i funzionari Onu. Quattro bambini sarebbero rimasti uccisi, inoltre, in un bombardamento sul campo profughi di Nuserait, al centro della Striscia, secondo l’agenzia palestinese Wafa, mentre nuovi raid confermati da Israele ci sarebbero stati nell’area di Yaroun, al confine con il Libano, contro obiettivi di Hezbollah. Segnalato, infine, l’ingresso di truppe israeliane nella città di Jenin, in Cisgiordania.  

L’Egitto: condizioni impossibili per una tregua

Il ministro degli Esteri egiziano in una dichiarazione ad Al Arabiya ha rivelato l’esistenza di “condizioni impossibili che impediscono il raggiungimento di una tregua a Gaza”. “L’assenza di volontà politica israeliana impedisce il raggiungimento di qualsiasi accordo”, ha detto l’esponente di governo, specificando che l’Egitto, in qualità di mediatore, continuerà comunque a perseguire gli sforzi per giungere a una soluzione del conflitto.  

Le proteste della popolazione da entrambe le parti

E se Israele ha confermato che non ci sarà alcun cessate il fuoco per ora, le proteste della popolazione divampano: decine di israeliani hanno bloccato il valico di Kerem Shalom da cui passano i camion di aiuti diretti a Gaza. Cortei hanno avuto luogo anche a Deir al-Balah, all’interno della Striscia, dove gli sfollati hanno intonato slogan per il proprio ritorno nelle località del nord e mostrato cartelli con inviti alla liberazione degli ostaggi.

Domani il primo pronunciamento della Corte dell’Aja

È attesa per domani, venerdì 26 gennaio, alle ore 13, la prima decisione della Corte internazionale di giustizia dell’Aja chiamata dal Sudafrica a pronunciarsi nei confronti di Israele sulle accuse di “genocidio” a Gaza. La prima richiesta su cui l’istituzione dovrà pronunciarsi è la possibilità di adottare “misure cautelari” urgenti come proposto dal richiedente.   

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25 gennaio 2024, 08:17