A Davos si discute sulle sfide mondiali a partire da clima e guerre
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Hanno preso il via stamattina a Davos i lavori della 54.ma edizione del Forum economico mondiale. Diversi i temi politici ed economici in agenda tra cui la crisi climatica, le guerre in corso, lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie pulite. Numerosi gli interventi in scaletta: dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dal premier cinese Li Qiang, all’ex segretario di Stato Usa John Kerry e all’attuale Antony Blinken, dal primo ministro della Giordania, Bisher Hani Al Khasawneh al primo ministro e ministro degli Affari Esteri dello Stato del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani.
Von der Leyen: è necessario continuare a sostenere l'Ucraina
Nel suo discorso, in merito ai rapporti tra gli Stati, von der Leyen ha osservato che "questo non è il momento per il conflitto o la polarizzazione, è il momento di costruire la fiducia, di guidare la collaborazione globale più che mai" e ha assicurato che "l'Europa può e deve prendere il comando nel dare forma alla risposta globale" alle sfide. Riguardo alla guerra in Ucraina, la presidente della Commissione Ue ha sottolineato che, contrariamente ai timori di molti, l'Ucraina dopo l’aggressione della Russia è riuscita a mantenere “la sua libertà e indipendenza", e ha ribadito: “l'Ucraina può prevalere in questa guerra. Ma dobbiamo continuare a rafforzare la loro resistenza. Gli ucraini hanno bisogno di finanziamenti prevedibili per tutto il 2024 e oltre”.
L'appello di Zelenski all'Occidente
Per la prima volta al Forum il presidente dell’Ucraina, Zelensky, che ha lanciato un appello all'Occidente per aiutare ancora Kiev a vincere la guerra con la Russia. "Dobbiamo ottenere una superiorità aerea per l'Ucraina - ha affermato - come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero. Possiamo farlo, i partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno e quali quantità. Permetterebbe progressi sul terreno. Due giorni fa abbiamo provato che possiamo colpire aerei russi che non erano stati abbattuti finora". Stamattina, il presidente ucraino aveva incontrato il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che su X aveva commentato: “Nonostante la grave situazione sul campo di battaglia, c'è motivo di ottimismo: l'Ucraina mantiene la propria indipendenza, gli ucraini hanno respinto la Russia e scelto l'Occidente; e l'Ucraina è più vicino alla Nato che mai".
Li Qiang: la Cina prosegue l'apertura verso il mondo esterno
Prendendo la parola questa mattina, il premier cinese Li Qiang ha affermato di vedere un Pil 2023 del suo Paese in rialzo "di circa il 5,2%", superiore dunque all'obiettivo "di circa il 5%” che Pechino aveva previsto nel marzo scorso. "La mancanza di fiducia sta esacerbando i rischi per la crescita economica globale e lo sviluppo pacifico", ha detto Li Qiang secondo il quale “è essenziale ricostruire la fiducia", anche mettendo da parte i "pregiudizi". "La fiducia – ha aggiunto - viene prima di tutto dalla nostra aspirazione comune per un futuro migliore per l'umanità e dalla nostra volontà comune di lavorare insieme in questa prospettiva”. "Non importa come cambierà la situazione mondiale - ha proseguito Li Qiang - la Cina aderirà alla sua politica nazionale di apertura verso il mondo esterno". “L'apertura non potrà che diventare sempre più ampia. Scegliere il mercato cinese non è un rischio ma un'opportunità", ha concluso.
Per la crisi del clima, 14 milioni di morti entro il 2050
Nel report sul clima presentato a Davos le conseguenze del cambiamento climatico sulla salute, in termini di mortalità e di costi per la sanità. Sei le categorie di eventi analizzati: inondazioni, siccità, ondate di calore, tempeste tropicali, incendi e innalzamento del livello del mare. La crisi climatica potrebbe causare 14,5 milioni di morti entro il 2050. Tra le previsioni un aumento di malattie sensibili al clima, come quelle trasmesse dalle zanzare. Le temperature più calde, spiega il report, aumenteranno il periodo riproduttivo e la zona abitata dalle colonie di insetti, portando all'espansione di malattie come malaria, dengue e Zika anche in zone climatiche temperate e meno colpite come Europa e Stati Uniti. L’analisi del Forum economico mondiale avverte inoltre che i disastri naturali potrebbero portare a costi aggiuntivi per il sistema sanitario pari a oltre mille milioni di dollari e a perdite economiche per 12,5 trilioni di dollari. La crisi climatica aggraverà le disuguaglianze sanitarie globali, lasciando i più vulnerabili maggiormente a rischio.
La presenza a Davos della Chiesa e il suo ruolo
Al Forum di Davos non manca la presenza della Chiesa che non può rimanere estranea ai processi in cui è in gioco il futuro del mondo e dell'umanità. Come nelle precedenti edizioni, il cardinale Peter Turkson, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, sarà presente in rappresentanza del Vaticano, e rivolgerà un discorso ai partecipanti. Il pastore e decano di Davos, Kurt Susak, spiega ai microfoni di Mario Galgano inviato di Vatican News, il ruolo della Chiesa al Forum: "È interessante notare che la direzione del Forum, insieme a Klaus Schwab e ad altre persone coinvolte, aveva desiderato che Papa Francesco venisse di persona al 50° anniversario dell'iniziativa. Trovo molto interessante che un Forum economico mondiale di questo tipo, un'organizzazione globale della politica e della società, abbia mostrato interesse ad accogliere un Papa qui". Sebbene Francesco non abbia mai partecipato di persona, ha sempre inviato un messaggio di saluto e "una volta ha mandato il Segretario di Stato Pietro Parolin o vari cardinali", sottolinea il decano Susak. "Questo dimostra la convinzione - aggiunge - che la ricerca di soluzioni non può avvenire se la Chiesa cattolica non è coinvolta come attore globale". E comunque, afferma, questa dimensione viene già presa in considerazione e ha una certa rilevanza per la popolazione locale".
Da 30 anni la parrocchia cattolica di Davos accompagna il Forum economico mondiale con preghiere e funzioni religiose, anche in forma ecumenica. Ora questo impegno è stato esteso alla Chiesa riformata e alle Chiese libere di Davos. Questo è il contributo concreto che la comunità cattolica può dare a un giusto ordine mondiale "in cui i poveri non diventino più poveri e i ricchi non diventino più ricchi", conclude Susak.
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