Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, nel segno di pace e natura
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“La cultura è un lievito che può rigenerare la pace”, e l’Italia “è l’espressione della pluralità delle culture”. Lo ha sottolineato a Pesaro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ospite d’onore della cerimonia di inaugurazione di Pesaro 2024, Capitale italiana della cultura, questa mattina nella Vitrifrigo Arena della città marchigiana, davanti a più di ottomila persone, tra le quali 2mila studenti di tutta la provincia. La Repubblica italiana, ha ribadito il capo dello Stato, si fonda sulla “dignità e libertà della persona, sull'uguaglianza dei diritti, sulla partecipazione solidale al bene comune. Tutto questo è stato costruito nei tempi lunghi della storia e trova espressione nel nostro patrimonio culturale immenso di cui disponiamo”. I tanti visitatori attesi quest’anno a Pesaro, Città Creativa Unesco della musica dal 2017, che ha dato i natali al compositore Gioacchino Rossini e dove a lungo è vissuto il tenore Luciano Pavarotti, sono, per Mattarella, “una conseguenza di quella circolarità della cultura che non sopporta restrizioni o confini, che pretende il rispetto delle opzioni di ogni cittadino”. Se la cultura è sapere, creatività, emozione, passione, sentimento, ha concluso, “ebbene, è il presupposto delle nostre libertà, inclusa quella di stare insieme".
Il sindaco Ricci: abbiamo voluto un avvio popolare
Al suo arrivo, applauditissimo, nella Vitrifrigo Arena, il presidente ha salutato, dopo il sindaco Matteo Ricci e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, anche l’arcivescovo di Pesaro, Sandro Salvucci, e il vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, Andrea Andreozzi. Il sindaco ha sottolineato che mai, “nella storia delle cerimonie inaugurali della Capitale italiana della Cultura, si era scelta questa modalità. Abbiamo chiesto al presidente della Repubblica di cambiare format, perché volevamo fare un avvio popolare”. Infatti, presentata da Paolo Bonolis, la cerimonia del mattino ha visto protagonista la musica, grazie all’Orchestra Olimpia, tutta al femminile, e poi nel pomeriggio, con lo spettacolo di Max Gazzè e, alle 20, l’orchestra Casadei, sempre alla Vitrifrigo Arena. Ultima festa, sempre ad ingresso libero, dalle 23 per i più giovani con Rosa Chemical.
La candidatura di Pesaro-Urbino a Capitale Europea della Cultura 2033
Tra gli interventi della cerimonia di inaugurazione, quello del vicesindaco ed assessore alla Bellezza Daniele Vimini, che ha presentato il programma dell'anno di Capitale italiana della Cultura, sul tema “La natura della cultura”, e ricordato la candidatura della provincia di Pesaro-Urbino a Capitale europea della cultura 2033, dopo Matera nel 2019. Si tratta di un progetto di esperienze di bellezza che unisce le due grandi sfide di oggi, quella ambientale e quella culturale, nel quale Pesaro, che si affaccia sul mare Adriatico, ha deciso di coinvolgere i 50 comuni della provincia. Saranno a turno, per tutto l’anno, capitale per una settimana, insieme alla città dei Malatesta, degli Sforza, e dei Duchi della Rovere. Il programma di turismo e pellegrinaggi di Radio Vaticana “Strada Facendo” ha dedicato una puntata a Pesaro 2024, e il vicesindaco Vimini ha ricordato che l’iniziativa “50x50 Capitali al quadrato” è una bella opportunità “anche di ricucitura territoriale per una provincia non grandissima ma con una storia artistica importante”.
Il vicesindaco Vimini: un progetto nel segno di pace e natura
Vimini ha sottolineato che natura e pace saranno temi portanti in Pesaro 2024, anche perché “ci siamo aggiudicati il titolo di capitale nel marzo 2022, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina e abbiamo scelto come simbolo della candidatura la foglia del Gingko biloba, l’albero che resistette alla bomba atomica ad Hiroshima, rinato a Pesaro dalle spore di quella pianta. Quindi il tema della pace sarà trasversale a tantissimi progetti”. “La natura della cultura”, tema di Pesaro 2024, significa anche che ognuno dei 45 progetti approvati “avrà come base tre piedi solidi: primo, il racconto del patrimonio artistico e naturalistico del nostro territorio; secondo, la sostenibilità nell'affrontare le iniziative e le manifestazioni; terzo, inscindibile dai primi due, la tecnologia come strumento dell'uomo per armonizzare il racconto del patrimonio con le sfide della sostenibilità”.
Le meraviglie della Biosfera di Pesaro 2024
Tecnologia presente nella Biosfera di Pesaro 2024, definita l’”albero della vita” della Capitale italiana della cultura. La sfera, ci ha spiegato l’assessore alla Bellezza, con i suoi 4 metri di diametro e milioni di led, illumina piazza del Popolo coinvolgendo gli spettatori in un’esperienza multisensoriale e interattiva. La Biosfera presenta in modo innovativo tre contenuti: la valorizzazione del territorio e della cultura della città di Pesaro, il cambiamento climatico e la congiunzione tra arte e tecnologia. “Può raccontare i cambiamenti climatici e collegarsi con i dati che vengono anche dalla rete - ha chiarito Vimini - come anche il patrimonio artistico con tecniche panoramiche. E infine potrà anche diventare una tela per musicisti, pittori, artisti contemporanei, e poeti per comporre attorno questa sfera temi sempre nuovi”.
Le iniziative dell'arcidiocesi: l'arte che parla di Dio
In questo anno speciale Pesaro valorizzerà anche la sua rete di musei, con la card Pesaro 24 che permetterà l’accesso a tutti i musei della Provincia, includendo “anche la straordinaria opportunità del Museo diocesano che è fantastico - ha sottolineato il vicesindaco - come pure la chiesa del Nome di Dio”. L’arcidiocesi di Pesaro è coinvolta con un proprio programma culturale che viene presentato ai giornalisti, dall’arcivescovo Salvucci, in occasione della festa del patrono San Francesco di Sales, il 24 gennaio. Su “Strada Facendo” ce lo ha anticipato Filippo Alessandroni, direttore del Museo dell’arcidiocesi di Pesaro e dell’Ufficio per i beni culturali ed artistici. Ha parlato del grande progetto di arte e catechesi “La grande arte parla sempre di Dio”, dedicato soprattutto ai giovani, che li condurrà in visita a tesori come la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la chiesa del Nome di Dio e il Museo diocesano. “E’ un progetto che stimola delle relazioni – ci ha detto Alessandroni – organizzato dal nostro ufficio in collaborazione con l'Ufficio catechistico diocesano. Un laboratorio sperimentale nell'ottica del cammino sinodale, attraverso i tre principi di questo cammino: comunione, partecipazione e missione”. A guidare i giovani saranno esperti dell’ufficio beni culturali e catechisti.
"Prendi e mangia" e la mostra "9 sculture per una grande anima"
Altre iniziative, un’edizione speciale di “Prendi e mangia”, riflessioni sulla Parola di Dio, “che si caratterizzano per un taglio accessibile e interdisciplinare dei contenuti, ideate da un parroco molto amato qui a Pesaro, don Giorgio Giorgetti, che è morto qualche anno fa ma lasciato in eredità questa testimonianza di fede e di cultura che è portata avanti oggi dall'Ufficio catechistico e dell'Apostolato biblico dell'Arcidiocesi”. Otto appuntamenti fra letture, accompagnamenti musicali scelti e interventi di relatori che condurranno alla scoperta della figura di Cristo nelle tradizioni religiose del mondo. Inoltre, dal 6 aprile al 30 giugno, la prima mostra d'arte al Museo diocesano: “9 sculture per una grande anima”, che si caratterizza “per la presenza di un nucleo di sculture di uno dei più grandi maestri della scultura italiana contemporanea, Ugo Riva. Un percorso anche emozionale attraverso non solo la forma di queste sculture - ha spiegato il direttore del Museo diocesano - ma il loro significato, legato all'esperienza esistenziale di tutti noi, come la resilienza e l'elaborazione del lutto”. Una mostra affascinante, ha sottolineato Alessandroni, soprattutto perché “ la forma classica di queste sculture dialoga molto bene con il contenuto storico del nostro museo”. Un museo che si caratterizza per la presenza di due sezioni, una archeologica molto importante e la sezione storico-artistica.
Le mostre "Memento mori" e "Divine Creature"
Dal 1 luglio verrà aperta poi la mostra “Memento mori” nelle incisioni antiche, alla chiesa del Nome di Dio, protagoniste le opere di grandi maestri incisori del ‘500 e del ‘600 sulla caducità nella vita e nella fortuna. La chiesa in realtà “è un oratorio della fine del 1500 – ha ricordato il direttore dell’Ufficio beni culturali - ed è un museo a sé stante, un edificio completamente ricoperto di dipinti, sia sul soffitto che alle pareti, alla maniera degli oratori veneziani”. Un oratorio appartenuto alla confraternita del Nome di Dio o “della buona morte”, che si occupava di dare la sepoltura ai poveri nella prima metà del Milleseicento. A maggio, su iniziativa dell'Ufficio pastorale delle persone con disabilità, in una sede da definire, si potrà visitare la mostra “Divine Creature”. Si tratta della riproduzione di soggetti scelti da opere famose della storia dell’arte italiana, attraverso l’interpretazione di ragazzi disabili. Con risultati davvero spettacolari, come hanno potuto constatare i visitatori della prima versione della mostra, ospitata nel 2018 nei Musei Vaticani. Un’ esperienza artistica che permette di esprimersi a chi, a motivo della propria disabilità e fragilità, non ha occasione per far emergere il proprio mondo interiore.
Alla scoperta del pavimento a mosaico della Cattedrale
Infine, si lavorerà per la valorizzazione del patrimonio musivo della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Pesaro, due pavimentazioni a mosaico che si trovano sotto l'attuale piano di calpestio, davvero straordinarie, ha sottolineato Alessandroni, “perché la prima risale agli inizi del fine IV secolo, inizi del V secolo, mentre la seconda al VI secolo, ma attraversa tutto il Medioevo, fino alla seconda metà del XIII secolo. Sono due testimonianze straordinarie della sovrapposizione storica di questo edificio, mosaici che attualmente si possono vedere attraverso finestre in vetro cristallo inserite nella pavimentazione della Cattedrale realizzata nel 2000”. Si stanno studiando “azioni di conservazione di valorizzazione di studio e anche di fruizione attraverso l'adozione di nuove tecnologie del digitale”. Nel 2023 l’ufficio per Beni culturali ed artistici dell’arcidiocesi ha condotto, ricorda il direttore, “una campagna di conservazione e di pulizia dell'intero sito archeologico che sarà così maggiormente fruibile dai visitatori”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui